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domenica 1 febbraio 2015

Empyrean Throne - Demonseed

#PER CHI AMA: Black/Death Sinfonico, Behemoth, Dimmu Borgir
Con notevole ritardo, slegato questa volta dalla mia volontà, mi appresto a dare orecchio all'EP di debutto dei californiani Empyrean Throne, sestetto di Lake Forest, che ha catturato il mio interesse per l'epica grafica dell'artwork, per la label alle loro spalle (la Erthe & Axen, la stessa degli Xanthochroid) e per la proposta a cavallo tra black e death sinfonico. Inizio però la mia disquisizione di 'Demonseed' dalla quinta traccia, "A Crow's Feast", che ho avuto modo di passare all'interno del mio programma radio. Vi domanderete certo il perché di questa mia inusuale scelta, presto detto. Quando ho informato la band di aver passato la song in radio, la risposta è stata che la traccia non era sufficientemente pesante. Devo aver pensato di tutto su questi tre minuti abbondanti di musica, ma certo che non fosse estrema. Una ritmica ferocissima infatti, addolcita solo da una forte componente orchestrale, la rendono forse un po' più accessibile rispetto alle altre, ma basta sentire il deflagrante drumming di Dan “Danimals” Bruette per capire che certo questo non è pop rock. Facciamo quindi un salto indietro alla opening track, che apre con suoni di guerra, il cui titolo, "Death March", non è stato scelto per puro caso. E proprio come una marcetta bellicosa, i nostri si presentato con la loro proposta aggressiva, rutilante, ma sempre ammorbidita dal violoncello e dalle orchestrazioni bombastiche di Kakophonix, che confermano quanto già detto sopra, ossia rendere verosimilmente più ampio il pubblico che possa avvicinarsi a questo lavoro. La voce di Andrew Knudsen, graffiante nella sua veste scream e brutale in quella growl, si guadagna la scena, anche nella successiva title track dove, sempre posta in primo piano, dissemina tutto il proprio odio, su ritmiche mai troppo feroci a dire il vero, sebbene le tematiche anticristiane. Il cd è infatti un concept che parla della nascita di un anticristo, la distruzione che segue la sua venuta e la rinascita di un nuovo mondo. "Nothing but Vermin" è un pezzo decisamente death, che non disprezza peraltro tecnicismi più propri del techno deathcore e che vede come guest vocal tal Tyler Gorski (un altro ospite, il pianista Daniel Pappas, farà la sua comparsa in "Follow the Plaguelord"). "The Fascist Messiah" è una rasoiata di una manciata di minuti, mentre l'ultima song, la più lunga del lotto, da sfoggio dell'abilità del già citato Daniel al pianoforte, con un lungo e delizioso intro pianistico che fa da preambolo alla traccia più matura del dischetto. Belle le linee di chitarra, raffinata e pomposa la veste orchestrale, mentre le vocals si dimostrano davvero convincenti, con una prova corale che innalza notevolmente la qualità del disco. 'Demonseed' tuttavia, rivela ancora lacune in sede compositiva delineando anche una certa resistenza nello sperimentare da parte dei nostri. Gli Empyrean Throne comunque promettono bene, e l'invito è pertanto, quello di seguirli da vicino. (Francesco Scarci)

(Erthe & Axen - 2013)
Voto: 65