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domenica 20 luglio 2014

Bound by Entrails - The Stars Bode You Farewell

#PER CHI AMA: Black Symph, Emperor, Bal Sagoth
Mi sa che sono parecchio distratto ultimamente: sotto il naso mi passano un sacco di cd, ma non credo di dargli il giusto peso. La band di oggi l'avevo già notata un annetto fa ma solo ora ho realmente prestato il mio orecchio ad un ascolto più attento e cavolo cosa mi sono perso. Con un certo ritardo quindi vi descrivo di 'The Stars Bode You Farewell', album dei Bound by Entrails, uscito nel 2012, che ha visto una marea di consensi positivi nel web (tranne in Italia ovviamente, dove il disco non è stato quasi mai preso in considerazione). La band del Wisconsin ci propina un sound estremo che si dipana vertiginosamente tra il black e il death, offrendo tuttavia anche frammenti che potrebbero essere presi in prestito dall'avantgarde od dal jazz, come accade appunto in "Threshold of Fear", song feroce, ma che propone anche un inedito intermezzo che di metal non ha davvero nulla. La base dei nostri pesca da quei suoni epico-sinfonici da cui sono partite band come Emperor, Borknagar, Limbonic Art o Bal Sagoth, in cui si alternano voci urlate/growl e pulite, e in cui la ritmica martellante di sottofondo è attenuata dalle splendide orchestrazioni. Peccato solo per una produzione non proprio impeccabile, che penalizza notevolmente la qualità dei suoni; ma pure un esuberante utilizzo del drumming conferisce al lavoro una resa sonora talvolta un po' troppo caotica. Tuttavia, l'album si lascia apprezzare offrendo ottimi spunti nella maggior parte dei suoi pezzi. Vorrei citare a tal proposito la vena progressiva di "Swan Song" (particolarmente ruffiana nei confronti degli ultimi Opeth), la malinconica e al contempo feroce "Search for Sunken R'lyeh" o la lunga atmosferica "With Vernal Impunity", che si muove tra un death/black sempre accompagnato da ambientazioni notturne, cariche di un feeling epico, oscuro e spettrale e che vanta peraltro un bellissimo assolo di pianoforte (eccolo qui il mio pezzo preferito). Citazione a parte per i quattordici minuti conclusivi di "Ghost of Our Former Selves", song dall'attacco spiritual-etnico che divamperà in brevissimo tempo in un melting pot di stili, pescando dalla musica estrema ma pure dal progressive d'avanguardia, mostrando comunque le infinite potenzialità di questo ensemble che è giunto addirittura al terzo album, senza che nessuno, nel nostro amato paese, se ne accorgesse. Bound by Entrails, finalmente un nuovo nome, nel desolato panorama black symph, da tenere sott'occhio. (Francesco Scarci)

(Runefire Records - 2012)
Voto: 75