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martedì 24 settembre 2019

Stargazer - The Scream that Tore the Sky

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death Progressive, Atheist
“Chi va piano va sano e lontano” citava un famoso detto popolare. È proprio il caso degli australiani Stargazer che, solo dopo 10 anni di gavetta, raggiunsero finalmente il tanto sospirato album di debutto. Era il 2005. L’intro “...Of the Sun” prometteva sicuramente qualcosa di interessante. Il genere musicale proposto dal duo proveniente dal continente oceanico è di difficile catalogazione, per la sua natura abbastanza eterogenea, e anche a causa del periodo in cui è stata composta (dal 1994 al 2000). Il sound proposto dai nostri è sicuramente estremo, ma lontano dai clichè del death e del black metal: cerca di raccogliere influenze derivanti da un po’ tutti i generi per poi coniugarle in un lavoro caleidoscopico di tangibile follia. Lo si deduce anche dalla copertina, un dipinto appartenente alla cultura tibetana del XIX secolo, cosi come pure le altre immagini all’interno del booklet, sono di derivazione Mongolo-Cinese. Questi due australiani, un po’ come tutti quelli provenienti dalla terra dei canguri, sono dei pazzi: su una base ritmica estrema, lontana da ben definite influenze, danno sfogo alla loro concezione di musica estrema. Una sorta di “free extreme metal”, dove l’improvvisazione rappresenta l’arma vincente della band: chitarre caustiche accompagnate da un fantastico basso che ricama pezzi da brividi, urla lancinanti e grugniti profondi, break acustici, cambi di tempo, momenti di claustrofobico funeral doom, altri di rock e schegge death-grind delineano più o meno questo 'The Scream that Tore the Sky'. Se posso aiutarvi ulteriormente nella definizione di un così difficile disco, avete presente un ibrido tra Atheist, Cynic e Death? Beh, la classe non sarà la stessa, però la proposta potrebbe essere facilmente accostabile ai maestri di sempre. Ora dovete solo aprire le vostre menti e dare un ascolto agli Stargazer. (Francesco Scarci)