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mercoledì 8 giugno 2011

The Camp Hours - Wise as a Tree

#PER CHI AMA: Alternative, Rock
Ridurre i The Camp Hours (TCH) a gruppo alternative/rock/pop come descritto da loro stessi nel Myspace, mi sembra alquanto semplicistico. Certo, classificare i gruppi oramai è una mania ma se voglio dirvi qualcosa dei TCH, meglio citare qualcuno che calca la scena che possa accendere una luce nella vostra mente. Se dico Pink Floyd, Porcupine Tree, Radiohead, etc., vi state strappando i capelli? Beh, qualche influenza effetivamente c'è ma non aspettatevi una mera copia dei sopracitati perchè i TCH sono molto di più. La qualità del lavoro prodotto è alta, a partire dalla produzione fino agli arrangiamenti, dopo tutto i musicisti non sono degli sprovveduti e qualche capello grigio (per chi ha la fortuna di vederli spuntare) ce l' hanno. Restando in campo tecnico, il digital recording appiattisce fin troppo le sfumature rock/prog e molti pezzi mancano di dinamica. Sarà la mia fissa ma un passaggio nel buon vecchio analogico l'avrei fatto, i pezzi ne avrebbero giovato sicuramente. Comunque la sostanza c'è e posso dire che pezzi come "A Liquid Sky" e "Falling Down" tracciano un profondo solco negli animi rock utilizzando melodie a volte psichedeliche, a volte graffianti e malinconiche come solo pochi sanno produrre senza cadere nel banale o scontato. Il vocalist (nonchè chitarre, synth e molto altro) non dimostra un'estensione vocale degna di nota ma cerca di utilizzare al meglio la sua timbrica per rimarcare i passaggi più eterei e gli incisi classicamente rock. Pecca nella pronuncia anglosassone ma non soffermiamoci a questi dettagli, dopotutto noi italiani ci porteremo questo peso ancora per molto tempo. Il risultato è quello che è, nel senso che rischia di annoiare alla lunga e ci porterebbe a desiderare quanche parte strumentale in più. Tuttavia le doti strumentali sono invidiabili, considerando che tal Carlo Di Buono si occupa di gran parte della sezione strumentale dei TCH. Batterista (Francesco Filardo) e bassista (Francesco Amendola) completano al meglio il trio. L'utilizzo di synth ricercati ed effettistica varia su voce e chitarra, dimostra l' attenzione dei TCH alla cura dei particolari e all' atmosfera che deve scaturire dalle singole tracce."The Road To London" è un pezzo che risulta molto influenzato dalla vena brit pop di qualche anno fa, con sonorità alla U2 e Cold Play. Per quanto riguarda le altre tracce, tutto è al posto giusto, ben equilibrato, basta solo saper apprezzare il genere. Quindi, a chi consiglio i TCH? Dai nostalgici della Pantera Rosa a chi trova i nuovi Radiohead troppo alternativi, oppure solamente per fare da intermezzo ai cd più cattivi del buon Franz. (Michele Montanari)

(Vacation House Records)
Voto: 75

mercoledì 6 aprile 2011

Green Arrows - The Earth


Non so se ci sia una forma di accanimento nei miei confronti, ma ultimamente nelle mie mani non trovo altro che dischi penosi da recensire. Mettendo nel mio lettore questo platter dei bolzanini Green Arrows, ho rivissuto nuovamente questa sensazione. Ma che diavolo di musica è questa? Come si può produrre un disco del genere alle soglie del 2010, quando una miriade di band validissime se ne stanno in giro senza uno straccio di contratto? “The Earth” è un disco suonato male e registrato anche peggio, che ruota musicalmente attorno all’hardcore (stile Biohazard o Stuck Mojo) ma che anche si ripropone di rivisitare il thrash death dei Sepultura. Alla fine ci troviamo di fronte 10 tracce che per quanto brevi siano, scorrono via stancamente senza farmi sussultare per un attimo dalla sedia: chitarre sporche e banali creano le fondamenta di questo “The Earth”, release i cui testi ruotano attorno a temi scottanti della società (unico vero punto interessante del cd). I primi 5 pezzi sono uno peggio dell’altro, poi accade una sorta di miracolo con “Kazakhstan”, song che ricorda da vicino i Soulfly e per un attimo mi fa risvegliare dal mio torpore autunnale. Ma con la successiva “Before My Last Breath”, si torna a scadere nell’anonimato e a spingermi a cassare senza alcuna remora questo cd. Mi spiace, perché quando si tratta di band italiane, cerco sempre di trattarle con un occhio di riguardo, ma quando la qualità della musica non è del tutto soddisfacente, nulla posso fare per salvare l’insalvabile. Alla prossima… (Francesco Scarci)

(Vacation House Records)
Voto: 50