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lunedì 10 luglio 2023

The Sun or the Moon - Andromeda

#PER CHI AMA: Psych/Kraut Rock
Era l'agosto del 2021 quando recensivo 'Cosmic' dei tedeschi The Sun or the Moon. A distanza di due estati, eccomi con il comeback discografico dei nostri in mano, 'Andromeda'. I nostri ci ripropongono, ancora attraverso un tema di tipo cosmico, il loro ispiratissimo connubio tra kraut rock e psichedelia, spingendoci indietro nel tempo di quasi 50 anni. Si perchè anche questo lavoro, come il precedente, affonda le proprie radici musicali, in band baluardo di quelle sonorità, Pink Floyd, Tangerine Dream, Ozric Tentacles e Hakwind, giusto per fare qualche nome qua e là a casaccio. E "Operation Mindfuck", che sembra fare il verso a 'Operation Mindcrime' dei Queensryche, in realtà si muove su fluttuanti sonorità oniriche, con tanto di sensuali percussioni che ne guidano l'ascolto interstellare, verso galassie lontane, e la voce del frontman a deliziarsi con vocalizzi puliti e delicati. Con "Psychedelik Kosmonaut", le cose cambiano drasticamente (ma sarà la sola traccia del disco a scostarsi cosi violentemente dalle altre) con una proposta più incalzante, come se i Rammstein suonassero cose dei Kraftwerk in versione più danzereccia, e con le voci in lingua madre, a sancire il senso di appartenenza a questo genere. "Planet 9" nuovamente imbocca la strada dell'opening track, tra lisergiche atmosfere rilassate, pulsioni cosmiche, suggestioni prog e aperture jazzy, con flauto e pianoforte veri punti di forza di un brano che sembra frutto di pura improvvisazione. Anche "Andromedan Speed Freaks" prosegue su binari affini, anche se a metà brano irrompe un robustissimo riff di chitarra, per poi successivamente rientrare nei ranghi di un sound cosmico, composto ed illuminato, pronto ad accompagnarci nelle esotiche contaminazioni di "The Art of Microdosing". Una song quest'ultima, che riassume nella sua interezza la proposta dei teutonici, che vede chiamare in causa anche i Cosmic Letdown in quelle parti più orientaleggianti, e che peraltro, nelle sue fosche melodie, concede il palesarsi di una ugola femminile e di un ispiratissimo sax, vera ciliegina sulla torta di questo inebriante pezzo. Si prosegue sui tocchi di piano di "Into Smithereens" ed una voce che, inequivocabilmente, chiama in causa i Pink Floyd, per un brano dotato peraltro di un'animosità splenica davvero emozionante. "Surfin' Around Saturn" (splendido questo titolo per cui è stato anche girato un video) ci fa fluttuare nel vuoto spaziale tra sonorità di doorsiana memoria e una forte vena pinkfloydiana che rappresenta probabilmente la principale influenza per i nostri. Analogamente, per la chiusura affidata all'ancor più eterea "40 Days", un pezzo che, seppur strumentale, rappresenta con il suo lungo assolo prog, il vero pamphlet dei The Sun or the Moon. Siete pronti anche voi quindi per un nuovo viaggio interalattico? (Francesco Scarci)

sabato 21 agosto 2021

The Sun or the Moon - Cosmic

#PER CHI AMA: Psych Rock
Un altro debut album proveniente dalla sempre più brulicante scena tedesca, questa volta con i The Sun or the Moon, da non confondere con gli omonimi punkers inglesi. ‘Cosmic’ è un concentrato di psichedelia, progressive e kraut-rock, da leccarsi i baffi. Sette lunghi pezzi che rinfrancheranno gli amanti di sonorità lisergiche alla Pink Floyd o della synthwave alla Kraftwerk. L’opener, nonchè title track, in tal senso potrebbe essere la giusta sintesi delle due storiche band appena citate, coniugando l’elettronica con lo psych prog, il tutto sublimato da quel cantato di scuola teutonica, un po’ robotico, un po’ cibernetico. Erotiche percussioni di bossanova aprono “Twisted Kamasutra”, manco fosse la musica introduttiva di un qualche film porno degli anni ’70. Il ritmo è cosi rilassato, con forti rimandi a sonorità settantiane, vuoi anche per una voce, questa volta più calda e suadente, che prende le distanze da quella proposta in apertura. La musica poi fa poi tutto il resto muovendosi su ritmi decisamente compassati, e nel finale votati a sperimentalismi space rock. Un loop elettronico apre “Eldorado” (song le cui liriche prendono in prestito un testo di Edgar A. Poe), prima che la ritmica assuma toni ben più grevi e strizzino l’occhiolino ai Pink Floyd (soprattutto a livello vocale) lanciandosi in lunghi trip strumentali affidati alle sempre più dilatate e profonde melodie che caratterizzano questo pezzo e in generale questo esordio. Sperimentare è il mantra che contraddistingue i The Sun or the Moon e io non posso che esserne felice. Da questi suoni cosi ricercati può solo uscire tanta roba buona in grado di concretizzarsi nelle melodie orientaleggianti di “Julia Dream”, cover e tributo ai Pink Floyd da parte dei nostri, suonata cosi fedele all’originale da farla quasi sembrare loro. Ecco, l’originale del 1968 durava poco più di due minuti e mezzo, quella della band germanica otto, in quanto ripropongono il tema principale in loop aggiungendo in coda un bell’abrasivo bridge di chitarra. Suoni da videogioco anni ’80 per l’intro di “Trippin’ on Mars”, un pezzo fresco ed arrembante nel suo ipnotico incedere elettronico, tra chitarra, piano e synths. Il quartetto di Francoforte non finisce di stupire e con gli ultimi due pezzi, “Space Travel Agent” e “Quicksand”, trova modo di imbastire altri trenta minuti di musica avanguardistica assai accattivante, muovendosi in bilico tra eteree tastiere kraut-rock, ambient, dub, voci di pink floydiana memoria e chitarre sempre ispiratissime, in grado di catapultarci in uno stato di tranquillità surreale, tra visioni estatiche e viaggi interstellari in mondi lontani, che forse non esistono, se non nella nostra mente. (Francesco Scarci)

(Tonzonen Records – 2021)
Voto: 76

https://thesunorthemoon.bandcamp.com/album/cosmic-2