#PER CHI AMA: Atmospheric Black, Negura Bunget,
Abruptum
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Non ho idea se conoscevate i Vowels in precedenza, ma sono cambiati e tanto anche. E come sempre accade nel metal, è tutta colpa dei synth. In questa nuova avventura dei Vowels però, non troviamo una mutazione solo in campo sonoro, ma anche compositivo, che continua sulla scia di "Hooves, Leaves And The Death" già pubblicato in precedenza, ed ora riproposto con una post-produzione qualitativamente più elevata, e quindi meno true. Partiamo dicendo che i Vowels si sono lasciati alle spalle tutto quel bagaglio che li collegava a sonorità avantgarde e al black metal più grezzo. Ma partiamo ancora prima, quando in centro a Vicenza, in una buia notte mi sono addentrato in un parcheggio dove ad attendermi c'era una tetra figura incappucciata, ovvero il cantante dei Vowels che mi aveva dato appuntamento per la consegna dei dischi appena giunti dalle gelide steppe dell'est Europa. Vi invito già ad acquistare il loro doppio EP perchè questa prima tiratura ha un elevato livello di neri dovuto ad un difetto di stampa, quindi quando saremo anziani e ce la racconteremo al bar, potremmo vantarci della nostra rarità discografica. Per farvi capire quella notte il cd sembrava tutto nero e neppure con l'ausilio della luce in macchina si riusciva a capire l'artwork, dovetti infatti aspettare il giorno per capirne qualcosa. La prima parte del disco si apre con l'evocativa "Wolves Eating the Sun", la cui struttura compositiva si basa principalmente su un crescendo sonoro, con vari pattern strumentali che si accavallano creando un effetto ipnotico e travolgente; chiave di queste composizioni sono le chitarre che giocano con tremolo picking e compulsivi sostenuti da una forte distorsione e riverbero. L'inedito "As December Nightngales" è la song che preferisco ed ha solo un problema a mio avviso: troppi silenzi e poca musica, essa vira verso la tranquillità e la quiete musicale, le canzoni si fanno più brevi ed eteree, aggiungendo nuove sonorità alle composizioni del combo vicentino, che finisce per lasciare di stucco con le sue uscite stilistiche. Un lavoro molto particolare che cattura dal primo all'ultimo secondo, disperdendo i sensi e la ragione, grazie ai suoi picchi di volume, i synth usati eccezionalmente e le pragmatiche stereofonie. Buy and die! (Kent)
(Sun & Moon Records)
Voto: 90
http://www.vowels.it/
Voto: 90
http://www.vowels.it/