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giovedì 15 marzo 2018

Oregon Trail - H/aven

#PER CHI AMA: Post-Hardcore
Da Neuchâtel, la città più felice della Svizzera, ecco arrivare gli Oregon Trail, fuori per la Czar of Bullets, con un lavoro dedito ad un post-hardcore, aspro ed incazzato. 'H/aven', il titolo di questo loro secondo album (compare anche uno split nella loro discografia), include otto pezzi che irrompono con l'energica "Sun Gone Missing", song dalla lineare andatura punk, contraddistinta da una voce rabbiosa e soprattutto da delle melodie assai intriganti. Quasi quattro minuti che ci accompagnano a "Aimless at Last", in cui l'atmosfera si fa più cupa, e in cui il ruolo di assoluta protagonista se la prende la voce di Charles A. Bernhard, anche chitarrista che insieme a Jonas Roesti, si lanciano in lunghe fughe in tremolo picking, in grado di donare quel mood malinconico all'intero lavoro. Più tranquilla l'introduzione che ci porta al cuore di "Everlasting Walks", un'altra traccia che rivela l'anima inquieta del quartetto svizzero e che mostra l'abilità alle pelli del bravo Arnaud Martin. Non vorrei non menzionare anche il lavoro oscuro in sottofondo del bassista Antoine Dollat, sempre preciso e tonante nelle sue linee di accompagnamento alle due asce. I nostri devono essere comunque dei timidoni, aprendo ogni brano con una certa contemplazione, prima di esplodere in brani più arrembanti: non è da meno anche "Aven", che forse prolunga per più tempo la fase onirico/riflessiva prima di deflagrare in modo ancor più eruttivo, tutta la propria rabbia repressa in un finale incandescente. "Safety of the Storm" ha un carattere diverso, più feroce inizialmente, più tranquilla nella parte centrale al limite del post-rock, ma si capisce subito che quel momento di falsa atmosfera non è altro che la classica quiete prima della tempesta che da li a pochi secondi si abbatterà sulle nostre teste. La furia non si placa, sembra anzi trovare spazio per risuonare ancor più aggressiva degli episodi precedenti: "Hound's Will" prima, ancor di più "Candles" e la stralunatissima e doomish "Marble Grounds", sono pezzi in cui si fondono punk, sludge e post-hardcore, ma in cui si guarda anche a band quali i Deafheaven come potenziale esempio grazie all'utilizzo delle classiche sgaloppate post-black. Acidissimi. (Francesco Scarci)

(Czar of Bullets - 2018)
Voto: 70