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lunedì 15 marzo 2021

OJM - Live at Rocket Club

#PER CHI AMA: Stoner/Garage Rock
Gli OJM non hanno bisogno di presentazioni, essendo una delle band di culto negli ambienti stoner rock e nella psichedelia, e avendo una carriera alle spalle notevole con svariate release e performance che li hanno resi popolari in tutta Europa ed anche oltreoceano. La band vanta tour e collaborazioni importanti con artisti del calibro di Brant Bjork o Paul Chain e numerosi concerti assieme a band di fama internazionale. La compagine trevigiana è entrata di diritto nell'olimpo dello stoner rock del vecchio continente partendo dalla gavetta e sudando note da tutti i pori, mangiando pane e distorsioni fuzz per tanto tempo, coltivando il rito dell'esibizione live, credendo in essa come nella massima espressione del rock'n'roll, che doveva essere esplosiva, trascinante, acida, proprio come nella loro formula musicale. Quindi la Go Down Records, in collaborazione con la Vincebus Eruptum, decidono in questo 2021, a 10 anni di distanza da quell'evento, di dare alle stampe, in edizione limitata in vinile di sole 300 copie, l'intero live degli OJM al Rocket Club di Landshut, in Germania, donando ai fans della band un'occasione in più per riassaporare la grande energia, sprigionata sul palco e catturata da Martin Pollner nel lontano 2011, nel tour dell'ultimo studio album intitolato, 'Volcano'. L'act italico non si è mai sciolto, si è semplicemente preso una lunga pausa e questo disco ci delizia e accompagna, dopo tanto tempo di latitanza, nella riscoperta di un combo compatto, lisergico e allucinato, che traeva spunto dal garage dei The Fleshstones, quanto al mito degli Mc5, che osavano rivendicare una vena altamente psichedelica, riproponendo "Hush" dei primi Deep Purple, suonando ruvido e sporco come i primi Mudhoney. L'album si fregia della presenza di piano bass e organo elettrico, suonati da Stefano Paski, che risaltano il ricercato suono vintage, mentre il resto degli strumenti sputano fuoco e fiamme per una prestazione assai calda e sanguigna. Il solo difetto di questo disco, a mio parere, sta nella qualità che si avvicina più ad un buon bootleg live vecchio stile ponendosi pertanto inferiore alla qualità del precedente 'Live in France' del 2008 (prodotto da Michael Davis – Mc5), pur risultando essere un'ottima fotografia dell'ultimo periodo del gruppo, con molti brani estratti da 'Volcano' e, oltre alla già citata cover dei Deep Purple, con brani tratti dal precedente album in studio, 'Under the Thunder'. Un disco che farà la felicità dei fans degli OJM e del loro sound, averlo sarà un buon pretesto per completare la loro discografia oppure, per chi se li fosse persi fino ad ora, un ottimo motivo per scoprirli in tutta la loro irruente energia live. Un nuovo disco dal vivo che ci porta alla riscoperta di una grande band, stimata da molti musicisti di livello internazionale. (Bob Stoner)

martedì 11 marzo 2014

OJM - Volcano

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Garage Rock
Gli OJM sono una piacevole realtà italiana che calca la scena dal lontano 1997, nascendo prima come band stoner rock, e poi trovando nel garage mescolato al rock anni settanta la loro vera fonte di ispirazione. Molti concerti in Italia/Europa ed importanti collaborazioni sono sinonimo di musicisti che ci sanno fare e soprattutto che ci credono. Con questo 'Volcano' gli OJM confermano il loro sound e con l'introduzione di un nuovo elemento del gruppo dedito al piano/organo, fanno capire che passano dei pensieri malsani per la mente. Infatti "Ocean Hearts" approfitta della new entry per creare un'atmosfera psichedelica fatta di chitarre e sezione ritmica che scalcia e si dimena. Un pezzo che ti lascia di stucco per la cura nei minimi dettagli e ti porta indietro di 30-40 anni con un viaggio lisergico in pure stile '70s. Verso la fine le tastiere si lanciano in un bellissimo duetto danzante con la chitarra del buon Andrew e l'opera d'arte è fatta e servita, tanto che vi ritroverete madidi di puro rock senza rendervene conto. Poi si passa ad "Escort" e gli OJM acquistano potenza, riff granitici che risentono dei trascorsi stoner e una voce carica di riverbero a ricreare atmosfere psichedeliche a noi molto care. Assoli pregni di wah che urlano e si contorcono come in una danza di accoppiamento primordiale, una batteria forsennata e un basso distorto completano questa gemma musicale da sfoderare quando tutto sembra perduto e nulla può salvarci dalla musica arida e insignificante. "Disorder" riprende i suoni e la frenesia del garage rock con una gran cavalcata tanto veloce quando breve (poco più di due minuti). Forse troppo poco per lasciare qualcosa a chi l'ascolta. Passate a "Rainbow", molto meglio anche in termini di arrangiamenti e mood. A questo punto possiamo dire che i nostri amici veneti sono tutto fuorchè statici e il loro percorso artistico lo dimostra. Se provate a mettere sul giradischi la riedizione in vinile di 'Heavy' del 2002, vi sembrerà quasi impossibile che sia lo stesso gruppo. Questo vuol dire avere le palle e lavorare duro alla ricerca della propria identità, mettendosi in gioco e rischiando tanto. (Michele Montanari)

(GoDown Records - 2010)
Voto: 85