#PER CHI AMA: Heavy Metal |
Terzo album di questa artista italiana, e, come menzionato da più parti, "Rose of Jericho" viene indicato come il suo miglior album. Avendo un background heavy metal, mi sarei aspettata un lavoro sullo stile Nightwish (i “nuovi” Nightwish, perché dubito sinceramente che un altro connubio lirica-melodic metal di Tarja Turunen possa riformarsi): invece l’album pecca di emozioni, di incisività. Tutte le canzoni sono musicate da Tommy Talamanca dei Sadist, tra cui spicca anche una cover di “Bang Bang” di Sonny Bono. Il sound che ne deriva è puro e semplice heavy metal, quasi come se fossimo tornati indietro nel tempo: la cosa che secondo me un po’ stona è proprio il tono di voce, troppo tirato verso il basso e con poche sfumature (come ci si aspetterebbe invece da una voce femminile, capace di giocare con i bassi e gli acuti). Per il resto, il lavoro si rivela tedioso e abbastanza ripetitivo: oserei dire anche superficiale, senza carattere. Da notare "Golden Hours", che sembra creata intorno alla voce e la sottolinea maggiormente, ma con gli strumenti costantemente tenuti leggeri. In "Lady Winter" qualcosa sembra cambiare, ma è solo una mera impressione: sebbene l’inizio sia più tosto del solito, tutto sfuma non appena il canto ha inizio. Solo verso metà si sente un po’ di cattiveria emergere, ma è tanto rinchiusa nel tono di voce troppo spesso tenuta a freno. "610" e "I Will not Turn Back" probabilmente sono le canzoni da cui traspare più malinconia rispetto alle altre tracce, visto che il suono si affida a lunghi assoli di chitarra elettrica nella prima, e note di pianoforte nella seconda. La già citata cover di "Bang Bang" è buona, anche se sembra più parlata: mi sarei aspettata una voce più suadente, capace di entrarti dentro, anziché una versione semi urlata. Propongo di provare a registrarne una versione più sensuale, magari aiutandosi con del buon vino rosso che riscalda il corpo e l'anima. "… And Kickin" è l’unico brano strumentale, in cui emerge la chitarra elettrica (con mille sfumature diverse, mentre la mano sinistra scivola arrivando agli estremi) e la batteria la segue a ruota: si direbbe quasi una delle migliori di tutto l’album. Tutto si conclude con una versione acustica di "Lady Winter". Finalmente ho capito che cosa riuscirebbe a darle un minimo di notorietà in più: un album di sole canzoni acustiche, che siano di Morgana o cover, ma senza altri strumenti che “cozzino” con il suo tono di voce. (Samantha Pigozzo)
(Nadir Music)
Voto: 50
Voto: 50