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mercoledì 6 aprile 2022

Phalanx Inferno/Melek Tha - Order of Eternal Indifference

#PER CHI AMA: Death & Ambient
Un'abbinata alquanto stravagante quella formata dai deathsters americani Phalanx Inferno e dall'entità ambient francese Melek-Tha. Ecco, la domanda che mi è sorta spontanea durante l'ascolto di questo 'Order of Eternal Indifference' è stata perchè combinare due generi cosi diversi tra loro in uno split album, considerando che chi ama il death nudo e crudo, difficilmente apprezzerà anche il drone ambient. Fatte queste dovute premesse, mi accingo ad analizzare questo lavoro di dieci pezzi che si aprono con il recitato inquietante dei Melek-Tha nell'opener "Codex Gigas of Judgement Phase: Alpha Phase 1", ideale per iniziare quella tempesta metallica che si scatenerà da li a breve, nelle successive quattro devastanti tracce dei Phalanx Inferno, in un susseguirsi di pezzi che dalla "morbid angeliana" "Diminished Dominant" arriva tra saliscendi ritmici, assoli al fulmicotone, growling vocals che si alternano a demoniaci scream (ascoltare la breve "Broken Spirit March" per capirne di più) fino alla quarta e più dinamitarda, "Sanguine Chasm". Quello che succede dopo questa traccia ha però dell'assurdo, visto che si passa da un brutal techno death ad un liturgico ambient che vede alternarsi spoken words con fiumi di sintetizzatori e sonorità industriali a dir poco alienanti, causa un reiterato loop strumentale (ascoltatevi "Gloire Aux Tenebres"). Il cd si fa anche più ostico ove la durata dei pezzi raggiunge vette quasi fastidiose, tipo nei tredici minuti di "Le Grand Requiem Des Impies", dove francamente inizio ad annoiarmi dopo soli pochi giri di orologio e dove auspico di raggiungere la fine del mio ascolto quanto prima. Forse il mio collega Bob Stoner avrebbe apprezzato maggiormente simili sonorità dark dronico ambientali, il sottoscritto decisamente no, soprattutto dopo essersi sparato quella dirompente violenza death dei primi pezzi. Per me, questo fusion album non va bene per niente perchè rischia di non soddisfare i palati di nessuno con un lavoro che alla fine contiene due generi troppo distanti tra loro. (Francesco Scarci)