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domenica 17 aprile 2011

Hall of Hate - Into the Unreal World

#PER CHI AMA: Metalcore/Swedish Death, Unearth, Lamb of God
Suoni disturbanti, campionamenti vari e una voce quasi rubata dai Moonspell, aprono questo democd degli umbri Hall of Hate, band di giovane formazione, nata nel 2008 con l’intento di suonare metal con influenze swedish. Dell’intro abbiamo già parlato, segue “Unreal” e più che swedish metal mi viene da pensare a suoni più tipicamente “core” americani, con la voce di Aster che sembra strozzata nella sua espressione, mentre la musica, complice sicuramente una produzione non all’altezza, vive in un’alternanza di cambi di tempo senza mordente. Segue una schizofrenica “Beware of the Living”, song veloce nella sua parte iniziale, che presenta un mid-tempo un po’ sconclusionato nella parte centrale, con le vocals isteriche a infastidire non poco l’ascolto e la chiusura affidata alla classica cavalcata finale con tanto di banale assolo. Skippo in avanti perché Aster è alla lunga insopportabile nella sua performance vocale (anche se intuisco che voglia fare il verso a Tompa degli At the Gates, ma in questo caso ci troviamo su un altro pianeta) e un arpeggio apre “I’ve Lost”, brano più tranquillo e meditativo, melodico, una sorta di ballad acustica sostenuta da quell’arpeggio iniziale e dai suoni campionati; ah finalmente qualcosa di originale per le mie orecchie. Manco a dirlo e con le successive “Headshot” e “B.F.G.” si torna a suoni che fanno della banalità il proprio credo, nel tentativo remoto di imitare act quali Unearth o Walls of Jerico. C’è da lavorare e ancora molto, altrimenti il rischio di fare un clamoroso buco nell’acqua con le prossime uscite è davvero concreto. Si cerchi intanto di capire che genere voler suonare, swedish, black, metalcore o industrial e poi da li studiarsi la lezione impartita dai grandi e con un pizzico di personalità cercare di partire con calma, senza fretta… (Francesco Scarci)

(Self)
Voto: 50