#PER CHI AMA: Post Rock |
Ecco, quando mi capita un cd di questo tipo, mi rendo contro di quanto poco tempo basta alle mie orecchie per abituarsi a nuove sonorità. Gruppi che l'anno scorso mi sparavo a tutte le ore del giorno, ora mi lasciano indifferenti, mi sembrano troppo lenti o troppo minimalisti. Così mi è successo per il post rock e andare a recensire i Fourteen Nights at the Sea (FNATS) mi fa sentire un pò fuori luogo. Pippe mentali a parte, ho saltato a piè pari la prima traccia perchè non ce l'ho fatta a resistere per più di otto minuti di riverbero/delay generati a random. Passo a "Clubber VS" e la musica cambia. E come cambia. Da chitarrista ho apprezzato i bei riff distorti e le botte di batteria/basso, ovviamente non estremi, ma comunque si alternano con stile ai vari momenti di lenta riflessione. Non male anche la scelta dei suoni. L'ultima traccia racchiude il meglio della band che in quattordici minuti tira fuori tutto il repertorio a disposizione, però manca di smalto. Probabilmente i live riescono a coinvolgere di più e smuovono più di qualche rockettaro, da verificare. Sostanza si, orignalità non molta, problema rilevante in un contesto strumentale che rende ancora più difficoltoso riconoscere un gruppo da un altro. Se i FNATS riusciranno a trovare una soluzione, sicuramente ne sentiremo parlare ancora. (Michele Montanari)
(Self - 2011)
Voto: 65
http://14nightsatsea.bandcamp.com/album/this-album-is-untitled
Voto: 65
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