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martedì 10 gennaio 2012

Black Flame - Septem

#PER CHI AMA: Black Death, Behemoth, Incantation
Diabolica paura agghiacciante! È forse la combinazione di queste tre parole a riassumere il contenuto del come back discografico dei torinesi Black Flame. Da sempre Torino, rappresenta la culla della magia e dell’occultismo, delle forze soprannaturali, vertice di due triangoli magici: il primo, quello bianco, con Lione e Praga, mentre il secondo, quello nero, assieme a Londra e San Francisco. Tutte queste forze si incontrano o forse si scontrano già nel triangolo letale posto sulla cover cd (ad opera peraltro di Niklas Sundin dei Dark Tranquillity) e poi nelle note di questo feroce, oscuro e malvagio lavoro che segue a distanza di tre anni (ancora ricorre questo numero) “Imperivm”. La musica dei nostri è un connubio di black death votato alla fiamma nera, che riprende la violenza della precedente release, inasprendola forse in termini di potenza piuttosto che di ferocia. “Septem” è una estenuante cavalcata che si apre con delle angoscianti vocals, che sanno molto di una ritualità ancestrale, che lasciano ben presto il posto al riffing agghiacciante emesso dalla chitarra di Cardinale Italo Martire (responsabile anche delle vocals maligne dell’album). La ritmica si fa brutale più che mai nella seconda parte del brano dove allucinanti blast beat iniziano a piegarci le gambe. Il riffing si fa più malato in “The Seventh Star”, dove anche le vocals appaiono inizialmente più effettate, mentre la batteria picchia come un’invasata macchina da guerra, prima di un finale in cui le chitarre, si rivelano affilate come rasoi e creano raggelanti atmosfere da incubo; eccitante tutta questa malvagità che scola dalle corde del chitarrista. La corroborante devastazione del combo piemontese continua in “Endless Duality”, dove le atmosfere si fanno cosi pesanti e rarefatte da richiamarmi un che degli australiani Disembowelment, prima di esplodere ancora nel fragore della tempesta death metal, che riporta ai maestri polacchi Behemoth. “Septem” non lascia scampo, incalza nervosamente, penetrando lentamente le nostre menti con i suoi suoni diabolici, spaventosi e terrificanti. E ancora oscuri rituali primordiali aprono “I Am the Vortex” (che vede il contributo dei Satanismo Calibro 9, cosi come pure nel finale industriale di “Matrix of Cosmic Light”) che dopo 3 minuti di ataviche litanie, cede il passo di nuovo alla distruzione death perpetrata dai nostri. Annientato dalla furia dei Black Flame, mi appresto ad ascoltare la seconda parte dell’album che con un terzetto annichilente di song, mi dà il colpo di grazia: prima la rabbia di “The Morbid Breed”, che si fa notare per la sua estenuante velocità e un break centrale cadenzato, dove vorrei esaltare l’eccezionale lavoro di M:A Fog dietro le pelli; “Zombies Without Hunger” è forse la traccia più selvaggia dell’album, anche se il finale è a dir poco ipnotico, sinistro e completamente schizoide, una vera bomba. A chiudere questa malefica release, ci pensa la già citata “Matrix of Cosmic Light”, song di un demoniaco e posseduto death metal ultra tecnico (come tutto il lavoro del resto) che ci conferma che quello dei Black Flame si candida ad essere uno dei prodotti più interessanti, in ambito estremo, di tutto il 2011. Oscuri e affascinanti! (Francesco Scarci)

(Behemoth Productions)
Voto: 80

http://www.black-flame.net/