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sabato 10 dicembre 2011

Meadows End - Ode to Quietus

#PER CHI AMA: Swedish Death, Dark Tranquillity, In Flames
Con notevole ritardo, giunge finalmente sulla mia scrivania, il lavoro degli svedesi Meadows End. Un pianoforte, accompagnato da una chitarra, in chiaro stile “Göteborg”, apre questo “Ode to Quietus”, un lavoro godibile, che fa delle facili melodie, quelle che si imprimono nella testa immediatamente, il proprio marchio di fabbrica. La musica del quintetto svedese infatti è un tipico melodic death metal di matrice svedese, la cui melodia pesca a piene mani dai grandi maestri di sempre, In Flames e Dark Tranquillity su tutti, mentre a livello di pesantezza o velocità, qui ci posizioniamo su un mid-tempo mai eccessivamente pesante o serrato. Già la prima “Beyond the Dead Cold Surface” ci dimostra la relativa tranquillità con la quale la band di Örnsköldsvik ci assale, mentre la successiva “Resurrection of Madness”, song un po’ più tirata ma intrisa di cupa malinconia, ci mostra il lato più oscuro dei nostri: belle linee di chitarra, un ottimo growling e delle tastiere a rendere più accessibile il sound dei nostri. La terza “The Gloom that is his World” vede ancora la band scimmiottare i conterranei In Flames, ma d’altro canto chi può biasimarli, l’act guidato da Anders Friden rappresenta ancora la summa dello swedish death e lo dimostra il fatto che ancora decine e decine di band cerchino di imitarli, con risultati niente male, appunto come nel caso degli stessi Meadows End, che cercano di aggiungere a quelle tipiche melodie svedesi, anche quel “folclore” nordico riscontrabile nella musica degli Amorphis (“Homeland” ne è un esempio). Non manca tuttavia qualche traccia più tirata (“Coven of Blood” ad esempio), sempre però colma di un certo groove e melodie catchy, ma anche qui poi emerge forte l’eco della band finlandese, nella sua parte centrale. “My Demon”, “Starvation 23” e “Falling Asleep” chiudono infine un album che sembra non avere grosse pretese, se non allietare il pubblico con una proposta “easy listening”, che sicuramente sarà apprezzata dagli estimatori del genere melo death ma anche dalle frange meno estreme e più votate al metal atmosferico. Interessanti, ma non del tutto al passo con i tempi. (Francesco Scarci)

(Self)
Voto: 70