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venerdì 30 settembre 2022

Body Void - Burn The Homes Of Those Who Seek To Control Our Bodies

#PER CHI AMA: Sludge/Doom
Nuovo EP per i californiani Body Void. Il trio, originario di San Francisco, rilascia una coppia di pezzi sotto questo lunghissimo titolo, 'Burn the Homes of Those Who Seek to Control Our Bodies' e lo fa, offrendo quello che da sempre i nostri sanno fare meglio, ossia un concentrato claustrofobico di sludge e noise rock. Il tutto è certificato dalle note introduttive della lunga "Burn" dove, tra riffoni a rallentatore e grida disumane, la band di Frisco srotola la propria disagiata forma musicale che verso il terzo minuto dell'opener, si materializza addirittura anche sotto forma di droniche divagazioni da fine del mondo, mentre il latrato vocale di Willow Ryan (in uno stile che francamente non amo) grida tutto la propria disperazione. Il brano prosegue in questo loop infernale fino al suo termine attraverso quella che sembra un'unica nota di chitarra protratta all'infinito. Con "Drown" si comincia invece da una forma più affine al noise miscelato qui ad un rifferama ossessivo tipicamente sludge doom. Ecco, volete avvicinarvi al mondo offuscato dei Body Void e allora, preparatevi ad atmosfere plumbee e angoscianti, lente e decadenti, dove alla luce non sarà permesso minimamente di affacciarvisi. Stagnanti. (Francesco Scarci)

Brennensthul – No

#PER CHI AMA: Jazz/Kraut Rock
Esce via Tonzonen Records/ Headape Records il nuovo album dei Brennensthul, ed è intitolato semplicemente 'No'. In realtà questo titolo si attiene molto al corso musicale del disco, poiché individuare con esattezza quale genere stia suonando il quartetto tedesco, è cosa assai ardua, e a chi li vorrebbe più sulla sponda acid jazz o più sul versante sperimentale del kraut rock, la risposta sarebbe appunto in sintonia con il titolo, un secco "No", per uno stile come per l'altro. La giusta definizione li comprenderebbe infatti contemporaneamente all'interno delle due scene musicali e non solo. La musica di questo quartetto di Amburgo è sofisticata come il jazz, contiene una grossa ma mai pesante componente sperimentale vicina al kraut rock, un piglio funk, una buona dose di psichedelia e sfumature pop, che la rendono accessibile anche a chi non è abitudinario delle esplorazioni musicali più libere e stravaganti. Vi si trova anche della soul music, come nel singolo "Xpress Yourself", ed il collegamento con l'acid jazz, come nel primo omonimo album, è meno marcato che in passato. La componente sperimentale è più evidente, portando notevole qualità in più alle composizioni, che risultano sempre sofisticate e molto variegate. A volte il suono delle chitarre è acido, ruvido, e risulta un po' strano per lo stile in questione, ma nelle parti più in evidenza dona un tocco caldo e molto free rock ai brani. Nota importante è per la bella voce di Eva Welz, che con il canto ed il suono del suo magico sax, trascina la band nei territori più variegati, dalle atmosfere jazz più classiche all'avanguardia, come in "Turtledrive", oppure nella eterea psichedelia della strumentale "Common Slider". Questo disco ha un altro fattore che gioca a proprio vantaggio in maniera strategica, ovvero che la stupenda voce in questione canta in lingua madre quasi tutti i brani, unendo la sua grazia vocale all'aspra pronuncia del tedesco, e devo ammettere che è proprio un bel connubio, che trovo più originale dei pochi brani cantati in inglese. L'intro psichedelico ed il brano "Ja Ja", valgono da soli il disco, mentre la title track s'illumina di un fascino proprio. Non possiamo dimenticare poi come una ritmica profonda e suoni molto intensi e caldi riescano a mettere in evidenza anche un lato sperimentale della band, che trova il suo punto di partenza dai pochi secondi del minimale crescendo rumoroso di "Urknall", passando per la splendida coda finale, progressiva e psicotica di scuola Zorn, di "Machine Gun Mammut", un brano che nei suoi sette minuti circa, racchiude tutti gli stili compositivi della band. Il disco si chiude con "Drei", che inaspettatamente s'immerge in un clima da balera folk all'interno di una festa popolare di paese, mostrando un lato alquanto eclettico del quartetto, naturale e marcato. Decisamente questo nuovo disco dei Brennensthul unisce ed evolve le anime espresse dalla band nei suoi precedenti lavori, un netto salto in avanti, un album di carattere, un'opera matura. Da ascoltare con molto interesse verso i particolari e alle sue evoluzioni sonore. (Bob Stoner)

(Tonzonen Records/Headape Records - 2022)
Voto: 82

https://brennenstuhl.bandcamp.com/album/no

Profondo Rosso - Live Demo 05/01/2002

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Grind
Tutto induce a ritenere che nello scegliere il nome da attribuire al gruppo, gli autori di questa audiocassetta abbiano inteso rendere omaggio a Dario Argento e alla sua pellicola più famosa. A questi grinders bresciani non fa difetto l'ironia, e ciò è un punto a loro favore. Il demo è la registrazione di un concerto che si apre con un cover di "Multinational Corporations" dei Napalm Death. Una scelta casuale? Semmai una dichiarazione programmatica! Tra i brani composti dal gruppo segnalo "Laryngectomee". Non temete, non si tratta dell'ennesimo testo splatter, ma di ben altro: la storia di un operaio del Petrolchimico di Marghera ammalatosi di tumore a causa delle sostanze nocive inalate sul lavoro. "A Great One Fire" è un'invettiva contro l'estrema destra, dunque se ne sconsiglia l’ascolto al pubblico dei Peggior Nemico e Gesta Bellica. Chiude il demo una versione - ben riuscita - della celeberrima "Walking Corpse". Questa audiocassetta dimostra ancora una volta che la dimensione live è la collocazione più consona ai gruppi grind.

The Pit Tips

Francesco Scarci

Megadeth - The Sick, The Dying...And The Dead!
Bjørn Riis - A Fleeting Glimpse
Spider God - Ett Främmande Språk / A Foreign Tongue

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Death8699

Quo Vadis - Day Into Night
The Halo Effect - Days of the Lost
Watain - The Agony & Ecstasy of Watain

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Alain González Artola

Slytherin - Tales Of Hogsmade Village
Silhoette - Les Retranchements
Wedrujacy Wiatr - Zorzysta Staje Ocma

martedì 27 settembre 2022

Dream Theater - The Astonishing

#PER CHI AMA: Progressive Metal
Nel 2285 l'oppressivo Impero del Peto Preponderante, comandato dal fetido tiranno Na-fart avrebbe vietato tassativamente i rutti, se non fosse che il dotato Gabri-burp salverà il mondo portando clandestinamente in tournée un musical intitolato This is ruttosound! (leggetevi la sinossi nella wiki-pagina inglese di 'The Astonishing' prima di insultarmi, dopodiché pensate come se la riderebbe un Frank Zappa che immaginereste ancora seduto ancora là, a sbronzarsi nel garage di Joe con un paio di quarts-a-beer). Tecno-tarabaccolamenti disseminati ovunque ("Descent of the Nomacs", "The Hovering Sojourn" o "Digital Discord"), una pompo-spettrale "Dystopian Overture" in realtà più simile a un pre-cog medley dei temi poi sviluppati (ma quello che accade un po' prima del secondo minuto ha del ridicolo). E poi, davanti a voi, una colossale distesa di prog-ballad tipo ritagli di, boh, "Forsaken" ("The Answer", "When Your Time Has Come" e tre quarti del resto) ammonticchiate le une sulle altre a mo' di discarica sonora, interpretate con la consueta professionale convinzione dal buon FiatelLaBrie ("Act of Faythe"). E poi applausi, chiacchiericci, rumori assortiti, estemporanee sortite (le trombette tardomedievali di "A Saviour in the Square", le cornamuse di "The X Aspect", il finale di "A Better Life" che trasmuta in una sorta di tango interstellare) e un desolante sahara creativo a comporre la più ponderosa, tronfia, pretestuosa e sfrangiata collezione di scarti della storia del rock. Stupefacente, sì. Esattamente. (Alberto Calorosi)

(Roadrunner Records - 2016)
Voto: 50

https://www.facebook.com/dreamtheater/

GoldenPyre - Apocryphal

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Se non conoscete i portoghesi GoldenPyre, questa potrebbe essere la buona occasione per farlo. Il genere da questi proposto è un death metal arricchito da una non trascurabile vena melodica, arioso, ben curato, eseguito con una certa perizia, variegato al punto giusto (anche nell'uso delle vocals). A ciò si aggiunga che i testi sono originali e ben scritti, e benché risultino incentrati sulle classiche tematiche di carattere mitico-religioso (il conflitto fra il Dio biblico e gli angeli ribelli, la caduta di Lucifero, ma gli si perdona tutto visto che questo era il primissimo demo del 1998), sfuggono ai banali stereotipi satanisti oggi in voga. In copertina è riprodotta una xilografia di Albrecht Dürer, tratta dalla serie dedicata all'Apocalisse di San Giovanni (nel booklet, però, la fonte non è dichiarata). Un demo interessante, non c'è che dire.

Abhor - Sex Sex Sex (Ceremonia Daemonis Anticristi)

#FOR FANS OF: Occult Black Metal
The Italian veterans Abhor, a band founded in 1995 in Padua, have returned with its eighth opus entitled 'Sex Sex Sex (Ceremonia Daemonis Anticristi)', once again released by the always reliable label Iron Bonehead Productions. I have always enjoyed those black metal bands, whose lyrics are strongly focused on occultism and witchcraft, among other similar concepts, as this conceptual influence makes the music sound quite distinctive. From my personal point of view, those themes are sonically better represented when the band creates compositions with a strong atmospheric touch. Abhor is a fine example of it as these sorts of bands successfully mix the expected ferociousness and rawness of the black metal genre with a sinister and mysterious ambience, making the songs actually sound as a proper witches' sabbath.

Abhor’s latest opus 'Sex Sex Sex (Ceremonia Daemonis Anticristi)' is a fine exemplification of this aforementioned idea. The first proper track "Ceremonia Daemonia Anticristi" is a great album opener, where we can listen to the main characteristics of this album, the band achieves a nice mixture of slightly raw guitars, vicious raspy vocals, and a great atmospheric arrangement in the form an organ. This instrument is for sure, the most adequate one to create this dark and hypnotic atmosphere. Pace wise, the album is not especially fast as the compositions are more focused on mid-tempo sections where the riffs, which have a nice old-school touch, and the keys shine a lot. In any case, we can hear some punctual speed bursts in songs like "Ode to the Snake", for example, although they don’t last too much. This song in particular, is a highlight in terms of pace change as it is quite varied and enjoyable. I especially like how marked are the different sections in terms of intensity, and how naturally a quite aggressive part is followed by a much more atmospheric one, always keeping the composition a natural flow. "Ritual Mentor" is another great song, when we speak about making a clear contrast between the different intensities that we can find in a composition. But never leaving behind the fact, that the song and the whole work have a strong occult atmosphere which permeates every track. "October 31st, 2010" is the longest composition and probably one of my favorites as it summarizes all the strong points of this album. A long and mysterious introduction creates the appropriate mood for another fine display of occult black metal, once again with an appropriate balance between the most aggressive parts and keyboard driven spooky sections, where the band is especially inspired.

All in all, 'Sex Sex Sex (Ceremonia Daemonis Anticristi)' is a very solid effort where rawness and atmosphere are perfectly balanced, so any fan of black metal can enjoy this album. The vicious vocals and the solid riffing are perfectly complemented by the organs and keys, which enhance the occult and dark atmosphere that band wants to represent with its music. (Alain González Artola)


Soilwork - The Chainheart Machine

#FOR FANS OF: Melo Death
I know it's a little much to give this album a perfect score, but I can't say anything except positive things about it. However, I may be biased because melodic death metal is my favorite genre in metal. They seem to fall under this category early on in their career changing some over the years. But this album is a landmark release from these Swedish metallers. A good follow-up release dominating over 'Steelbath Suicide' and my all-time favorite Soilwork album in their entire discography. The energy is full throttle throughout the whole album. There wasn't a song on there that I disliked.

The title-track, "Neon Rebels", "Millionflame" and "Spirits of the Future Sun" are my favorites. They tune their guitars down to B I believe, and they're fast the whole way through. The energy is rampant. How these guys put forth such an effort on here is amazing. The energy they have and the original riffs. Blast! What a wild guitar extravaganza in these songs just shining in metal glory. Their later releases don't compare to this one maybe a close call is 'A Predator's Portrait'. That's about it, I see this release as flawless. The vocals compliment the guitar whole handedly. There were really no clean vocals at all!

The only thing that was not that substantial was the length of the album. It clocked in about 40+ minutes. I would've had liked to hear more length or more songs on here. It still reigns supreme in terms of originality, precision and uncompromising energy. These guys just suffered a loss in David but he was not featured on here as he joined the band I believe in 2012. What a tragedy, though. I'm surprised that the average scores on here was at 79%. I always liked this album the most but the critics are the way they are, even in my text here. However, I felt that this was a pinnacle release by the band.

I ordered this CD to show further support for the band and music in extreme metal altogether. Soilwork has so many peaks and valleys in their discography I'll always view 'A Chainheart Machine' as their best. The music, the vocals, the leads, and overall sound met perfection. You can doubt me well just listen to the album. The riffs, leads and vocals are sublime. I'm glad that this is a part of my collection. Old Soilwork is dead, long live old Soilwork! Pick this up a physical copy don't just cheap out and stream it. It's a critical time for the band, they just lost a brother, show them gratitude! (Death8699)

(Listenable Records - 2000)
Score: 90

https://www.soilwork.org/