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sabato 26 ottobre 2019

Sons of Alpha Centauri - Buried Memories

#FOR FANS OF: Instrumental Industrial/Post Rock
'Buried Memories' is the 2019 instrumental release from industrial post-rock band Sons of Alpha Centauri (SOAC). The album is immediately intriguing as the first three tracks are separate mixes and remixes of the same track "Hitmen" by Justin K. Broadrick. The first is a standardized mix with dark distortion, typical of its genre, lacking depth, until the final two minutes of the track, that resembles Pantera, however that maybe an overreaching comparison. The second remix feels more original with haunting sounds that accompany the distorted instrumentation and even though it continues the dark theme there are hints of ambience and lightness layering the mix creating more depth to the sound. The third remix follows nicely with a literal more industrial sound, with the rhythm section being replaced with what can only be described as a moving machine, with the song evolving into a haunting wobble. The second half of the album is mixed and remixed by James Plotkin who improves the sound massively with his creativity and originality. "Warhero" strips back the effects with cleaner sounds creating a mild uneasiness at first, until the marching band style drumming begins and the conventional repetitive heavy guitar riff takes over. "Remembrance" delivers the optimum industrial sound of the album with moments of almost silence at times that seemingly include the sound of rain drops echoing in a cave. SOAC saves the best for last with the final track "SS Montgomery" - the single taken from their debut album. Remixed again by James Plotkin it begins with a pleasant base line and a truly original and unique drum beat. The remix is reminiscent of "Wake Up" by Rage Against the Machine with an outro that leaves you wanting more. SOAC deliver an original idea with this record and the collaboration with James Plotkin elevates their sound to new heights. (Stuart Barber)


lunedì 18 giugno 2018

Sons of Alpha Centauri - Continuum

#PER CHI AMA: Instrumental Post Rock
A chi pensava che la band fosse definitivamente scomparsa dalle scene, ecco che i Sons of Alpha Centauri spiazzano tutti e tornano alla ribalta ad oltre dieci anni di distanza dal precedente lavoro. 'Continuum' è il titolo del nuovo album della band inglese, contenente otto song strumentali, aperte dalla spettrale "Into the Abyss", una breve song dal piglio post-rock affidata interamente ad un giro di sola chitarra. Poi, ecco "Jupiter", una traccia che sembra muoversi tra blues rock, post e progressive, in una melliflua song che si muove timidamente tra chiaroscuri elettrici. Decisamente più aggressiva "Solar Storm" che, al pari di una tempesta solare, si lancia in una roboante cavalcata stoner/post metal che trova nel suo corso un break atmosferico in stile Riverside, capace di mitigare la veemenza del quartetto britannico. Con "Io" le cose tornano ad adombrarsi, affidandosi ad una ritmica compassata in cui il problema principale è, come spesso accade, la mancanza di un vocalist in grado di conferire maggiore dinamicità ad una proposta che rischia alla lunga ahimè di annoiare. E cosi, questo brano non decolla realmente mai e procede stancamente fino a "Surfacing for Air", un intermezzo di quasi due minuti che introduce a "Interstellar", un pezzo notturno, che parte in sordina e fatica ad emergere almeno fino a due terzi quando i toni si fanno finalmente più aspri. Sebbene abbia una durata minore rispetto alle precedenti, non arrivando nemmeno ai tre minuti, "Orbiting Jupiter" è una song interamente suonata al pianoforte, sicuramente piacevole ma non poi cosi coinvolgente. Si arriva ai minuti conclusivi di "Return Voyage" che ci consegnano gli undici minuti finali di questo 'Continuum', in una traccia che tra parti atmosferiche e squarci elettrici, ha modo di rievocare lampi dei Pink Floyd, con la sola differenza che la band più famosa del mondo, poteva contare anche sulla performance di un cantante dietro al microfono. Qui c'è ancora parecchio da lavorare per togliersi di dosso scomodi paragoni con i maestri del psych/space rock ma anche e soprattutto con l'alternative dei Tool. Peccato, dopo dieci anni mi sarei aspettato qualcosa di decisamente superiore. Per ora è solo un album carino come ce ne sono tanti in giro. (Francesco Scarci)

(H42 Records/Electric Valley Records/Robustfellow - 2018)
Voto: 65

https://sonsofalphacentauri.bandcamp.com/album/continuum