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sabato 10 gennaio 2015

Grisâtre – Paroxystique

#PER CHI AMA: Blackgaze, Burzum, Nortt
Terzo full lenght per la one man band francese Grisâtre, attiva sin dal 2006. Uscito per la Dusktone Records sul finire del 2014, l'opera al nero dell'artista transalpino Rokkr non lascia dubbi sulle sue intenzioni. Carico di forza emotiva sulla falsariga degli Alcest, si apre con un mid-tempo, "Meditation", dalle atmosfere decadenti e gotiche, chitarre lievi, epicità e tanta malinconia, song che merita in grande stile questo titolo. Cambiano i toni in "Contemplation", pezzo che mostra i suoi muscoli pur mantenendo una certa originale eleganza, la stessa che marchia a fuoco lo stile della band per tutta la durata del cd. Batteria in accelerazione, ritmo veloce e suono maestoso, screaming violentissimo, chiaro scuri notevoli e cambi di tempo per una performance di oltre diciassette minuti, a confermarsi come un lungo viaggio introspettivo e decadente, pieno di insidie e buie emozioni. Infinito e devastante. Drone music, degna del gran maestro Klaus Shulze sul calare del terzo brano, contornato da synth profondissimi e arpeggio cristallino appena accennato, per un momento di intimità sonora di tutto rispetto prima della drammatica discesa nei meandri più disperati dell'anima di "L'Astre Gris", inno glorioso al black metal d'atmosfera di oltre diciotto minuti con influenze classicheggianti che fanno echo ai primi Dimmu Borgir e alle intuizioni mistiche dei grandissimi Nortt, passando sempre per quell'oscura, vorticosa, gelida e minimale espressività del miglior Varg Vikernes. La chiusura dell'opera è affidata al brano che regala il titolo al disco: un lungo romantico e tenebroso assolo lo apre e si riappropria delle atmosfere più fosche e grigie espresse fin qui dal polistrumentista francese, che ne fa a ragione il suo cavallo di battaglia. Ampliando in questo brano gli orizzonti della sua musica, mescolando le carte, focalizzando il suo modo di vedere e comporre. In 'Paroxistique' il sound si fa rarefatto e più umorale, i chiaro scuri si infittiscono condensando tutti i canoni delle sue capacità compositive in un pezzo di struggente e commovente espressività. Un salto nel buio, il vuoto che riempie, la ricerca di una dimensione onirica inattaccabile, il rifugio perfetto per un'essenza superiore. (Bob Stoner)

(Dusktone Records - 2014)
Voto: 80

https://www.facebook.com/pages/Grisatre

sabato 1 settembre 2012

Grisâtre - Esthaetique

#PER CHI AMA: Suicidal Black Metal, Burzum
Questa torrida estate vede fare la comparsa tra le mie etichette “amiche” anche la nostrana Dusktone, che mi propone gli ultimi suoi tre lavori. E allora iniziamo con l’analizzare quello che mi ha incuriosito di più, per stile e per nome, ossia il secondo album dei francesi Grisâtre, band capitanata da Rokkr e responsabile in questo “Esthaetique”, di suoni oppressivi, nichilisti, e di quel genere che viene etichettato come depressive suicidal black metal, che va tanto per la maggiore nell’ultimo periodo. Ebbene, dopo la breve intro, ecco gettare la mia residua felicità nel cesso, lanciarmi all’ascolto autodistruttivo di “L’Abstrait”, dove mi lascio fagocitare dalle maledette tristi melodie di Rokkr, che vedono lunghi tratti di epiche cavalcate annebbiarmi dapprima i sensi, stordirmi con visioni oniriche in bianco e nero, immagini che non hanno nulla di positivo da regalare, ma che sembrano essere solo un presagio di morte. Anche l’aria che respiro durante l’ascolto è pesante, quasi putrida, pronta a scandire l’ora del mio decesso. L’intorpidimento delle braccia e delle mie gambe, mi fa temere il peggio, ma è chiaro che ho solo perso il contatto con la realtà, cosi tanto assorbito dall’ascolto di questo lugubre lavoro, che vede tipicamente offrire una produzione scarna e sporca. L’eco del sound nord europeo si ritrova nella proposta del nostro Rokkr, l’ambient di scuola burzumiana aleggia come un’inquietante spettro nella musica dei Grisâtre, cosi come pure le chitarre zanzarose, che si lanciano in rari turpiloqui di ferale brutalità, rompono la monotonia del loro incedere. Il black doom della band transalpina viene poi squarciato dallo screaming selvaggio e sgraziato di Rokkr, ma si sa, queste sono le dinamiche di un genere sempre più in ascesa e di cui sentiremo sempre più spesso parlare. Se non volete rovinare la positività della vostra estate con la disperazione emanata dalle atmosfere dei Grisâtre, posticipate l’ascolto di “Esthaetique” in autunno; ma se anche voi, non avete paura ad affrontare le paure più recondite che si celano dentro alla vostra anima dannata, allora date una chance a questo lavoro. Funereo. (Francesco Scarci)