BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Experimental Metal |
Un intrigante spleen introduce la prevedibile, poderosa galoppata a pelo nudo su strati di ossidiana incandescente e, in chiusura, un sofferente, epico landscape-wave da vesciche sui talloni: i panorami emozionali e la riuscita attitudine (ma solo quella) progressive di "Ljós í Stormi" aprono programmaticamente (come già accadde con "I Myself the Visionary Head" su 'Masterpiece of Bitterness' e, in precedenza, "Goddess of the Ages", stavolta in chiusura di 'Köld') questo tumultuoso joküll sonoro. Con l'eccezione della splendida ballata post-rock "Fjara", con tanto di ardito ritornello "abba-esque", il resto di 'Andvari', il primo di due dischi qui contenuti, espande o contrae gli elementi di "Ljós í Stormi" con la galoppante "Þín Orð" e la sofferente "Kukl". Spetta invece alle contrapposte epiche "Melrakkablús" e "Djákninn" ("Svartir Sandar" permettendo) il valoroso compito di traghettare, non senza qualche tollerabile lungaggine, il secondo disco 'Gola' nella direzione di un melodismo forse meno sussultorio ma senz'altro più ondulatorio. In altre parole, verso quel capolavoro indiscutibile e preterintenzionale che tre anni più tardi prenderà il nome di 'Ótta'. (Alberto Calorosi)
(Season of Mist - 2011)
Voto: 75
https://solstafir.bandcamp.com/album/svartir-sandar
Voto: 75
https://solstafir.bandcamp.com/album/svartir-sandar