#PER CHI AMA: Black Atmosferico |
È una nuova creatura sonora quella proveniente da Szombathely in Ungheria che risponde al nome di Frozen Wreath. Il duo magiaro ha da poco pubblicato per la Filosofem Records questo debut intitolato 'Memento Mori', che include otto tracce cantate in ungherese, all'insegna di un black atmosferico. Nulla di innovativo, faccio le debite premesse: parte "Megsárgult Fényképek" e il sound proposto sembra un ibrido tra black e folk, con velocità esagerate e blast beat a profusione coniugate con melodie folkloriche. Il risultato non ha nulla di trascendentale fatto salvo quell'assolo finale in grado di regalarmi piacevoli emozioni. La seconda "Halott Igéret" prosegue sparandomi in faccia ritmiche vorticose, quasi i due musicisti ungheresi vogliano dimostrare di essere abili blacksters di un sound in realtà in voga quasi trent'anni fa (Darkthrone docet). Si salvano solo per quei break atmosferici con tanto di spoken words a donare un pizzico di mistero ad una proposta che rischierebbe invece di fare una pessima figura invece per una qualità contenutistica non proprio cosi esaltante. Con "Miért?" si torna ad un black mid-tempo di stampo folk con la voce del frontman Roland Neubauer (che abbiamo già incontrato nei Witcher) che abbandona il classico screaming scolastico per abbracciare un cantato pulito in un contesto epico in stile Isengard, il che non mi dispiace affatto, anche se arrivato 27 anni dopo quel 'Vinterskugge' che mi fece adorare il side project di Fenriz. "Ősz" riprende con un black ferale scoordinato che mi fa francamente storcere il naso e presto anche skippare sul lettore cd. Non è certo questa la versione dei Frozen Wreath che prediligo, a base di quel black old school con cui sono cresciuto nei famigerati anni '90. Non saranno pertanto questi Frozen Wreath a farmi tornare il desiderio di rivivere quelle emozioni vissute oltre un ventennio fa. I due di oggi sono più convincenti infatti nella loro versione più melodica, come in questo pezzo quando un piano si prende la scena e guida le clean vocals dei nostri in una seconda parte decisamente più riuscita, merito anche di un comparto melodico più piacevole. La band però deve ancora avere le idee confuse e in "A Kőszikla Megmarad" propone un black troppo ragionato che alla fine non sa proprio che direzione pigliare e dopo una sconclusionata parte centrale vira verso un finale atmosferico. Furia black invece per "Feltámadás", in cui sottolinerei le chitarre stile Windir, in un pezzo che vanta un organo a metà brano, prima dell'ennesima scorribanda black nel finale. La title track è forse il pezzo migliore del disco, grazie alla sua lunga parte atmosferica introduttiva e ad una seconda metà, per quanto all'insegna di un black scolastico, meglio riuscita rispetto ai precedenti pezzi. Ancora meglio la conclusiva "Fagyott Koszorú", il pezzo più cupo, lento e ben assortito di questa prima release dei Frozen Wreath, che dovranno far decisamente di più in futuro per uscire da quell'underground affollato di band uguali a questa. (Francesco Scarci)
(Filosofem Records - 2021)
Voto: 63
https://frozenwreath.bandcamp.com/releases
Voto: 63
https://frozenwreath.bandcamp.com/releases