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lunedì 20 maggio 2019

Orsak:Oslo - S/t

#PER CHI AMA: Instrumental Post Rock, Mogwai
Il post rock è un genere ormai inflazionato e vanta una produzione di band e dischi vicina alla saturazione. Tuttavia fa sempre piacere sentire una band che interpreta il genere in modo personale e originale, come nel caso di questo disco dei Orsak:Oslo, una lavoro che ricorda gli Earth ma anche gli Alcest e i Mogwai con una tendenza all’oscurità e alla meditazione. Sono paesaggi i pezzi di questo disco che si susseguono come in un lento viaggio percorso a piedi, con calma, senza la fretta di arrivare da qualche parte ma solo con la volontà di viaggiare e di scoprire nuovi luoghi. I pezzi scorrono con intensità tracciando scenari fiabeschi a tratti, e a tratti inesorabili e maestosi. Seppur il disco sia strumentale, la soddisfazione delle nostre orecchie così come l’attenzione mentale, è completamente catturata dai sentieri lunghi e impervi che questi ragazzi hanno costruito per noi. Si percepisce distintamente che non si tratta di una prima prova e che tra i musicisti ci sia un’alchimia particolare, un equilibrio unico in cui ognuno riesce a dare esattamente il contributo che serve alla musica, nulla di più, nulla di meno. Tra tutte le tracce spicca la cadenzata "Sleepwalker", decisamente la mia preferita del disco, che con i suoi gravi tonfi di chitarra e la sua ritmica mi fa sentire come se stessi partecipando ad una seduta di meditazione profonda, in mezzo ad incensi e candele, al cospetto dell’immagine del divino così severa nella suo palesarsi a chi l’ha invocata, e così piena allo stesso tempo di risposte e di domande, una contemplazione intensa e purificatrice. La seguente "Crying For Sleep" invece presenta degli spunti più trionfali, quasi celebrativi con i suoi ambienti rarefatti e i suoi arpeggi sbilenchi sembrano delle foglie di una foresta infinita che si muovono all’unisono sui rami di alberi millenari che mai saranno toccati da mano umana. Orsak:Oslo è un bell’intreccio d'improvvisazione e di composizione con degli sprazzi di psichedelia e blues ben amalgamati tra loro con grande maestria e con forte personalità. Davvero un ottimo disco, consigliato a tutti gli amanti del post rock e in generale a tutti quelli a cui piace perdersi nei pensieri, fissare il tramonto o guardare le nuvole che sornione passano e continuamente cambiano forma. (Matteo Baldi)