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domenica 24 febbraio 2019

Painthing - Where Are You Now...?

#PER CHI AMA: Death/Doom, primi Anathema
Nell'ultimo periodo abbiamo fatto una bella indigestione di uscite discografiche della Solitude Productions. L'ultima band che probabilmente ci mancava a rapporto, è quella dei polacchi Painthing e del loro esordio 'Where Are You Now...?'. Il quintetto di Varsavia è in giro dal 2014, ma solo sul finire del 2018, è riuscito a rilasciare il debut assoluto. Un disco di otto tracce che offre un death doom caratterizzato dall'alternarsi tra partiture tipicamente malinconiche a sfuriate death, con un utilizzo delle tastiere alquanto interessante, decisamente solenne. Lo si capisce dall'opening track, "Between", che mette in scena quello che sembra essere il più classico degli album death doom che richiama i primissimi Anathema, ma che tuttavia ha modo di offrire qualche trovata intelligente e originale. Gli arrangiamenti sono infatti di grande spessore e anche l'utilizzo delle clean vocals che sembrano ricordare Fernando Ribeiro dei Moonspell, alla fine risulteranno vincenti. Probabilmente quello che alla fine stona nel primo pezzo sono proprio le furiose accelerazioni death, che per il sottoscritto, ci stanno qui come i cavoli a merenda. Con "Widow and the King" sprofondiamo nel doom più cupo, con la sovrapposizione tra il cantato in growl e clean accompagnato dalle buone melodie di tastiere, che ad un certo punto trasfigurano in un bell'organone da chiesa. La progressione della song è comunque affidata ad una certa alternanza di cambi di tempo che rendono godibile la proposta della compagine polacca, che cattura enormemente la mia attenzione, quando mette in scena un assolo rock, guidato dal pianoforte. Ecco nuovamente l'originalità di cui andavo in cerca, che compare e scompare a tratti, nel corso dell'ascolto di questo disco, che nel secondo brano palesa anche qualche sentore ritmico alla Morbid Angel. Questo per dire che di carne al fuoco ce n'è parecchia e che forse il focus dei Painthing non è ancora del tutto chiaro. Quel che è certo è che i cinque giovani virgulti siano ottimi musicisti, probabilmente con idee anche particolari (ascoltatevi l'imprevedibile e folle "Buzz and Madness"), ma mi pare che ci sia un po' di indecisione sul cosa esattamente concentrarsi. Qualcuno lo potrà vedere come punto di forza della band, ma se i generi trattati sono un po' troppo distanti tra loro, questo potrà rivelarsi come una grossa debolezza. Mi intriga, sia chiaro, la proposta della band, ci sono ancora però alcune ingenuità da sistemare. Se con "The Shell I Live in" si ritorna alle melodie dei primi Anathema/My Dying Bride, cantati nello stile di 'Wolfheart' dei Moonspell, potete capire lo stupore e l'interesse che potrebbe generare 'Where Are You Now...?'. Poi arriva "Psychosis" e non mi convince granchè, più che altro per la sua eccessiva monoliticità, anche se i nostri provano a risollevarla nel finale con qualche tocco di synth. Con un titolo come "Only Death Will Divide Us" è lecito attendersi un death doom canonico con qualche keys stralunata in sottofondo. Lo stesso dicasi per "To Live is to Fight", una song dai tratti tipici della Mia Sposa Morente, che qui tiene sopita la componente più brutale dell'ensemble polacco, dando maggior spazio alla componente atmosferica. A chiudere il cd ci pensa invece "So Be It", il canto malinconico di una donna su tocchi strazianti di pianoforte ed un chorus etereo che evoca i Decoryah di 'Wisdom Floats', a decretare la fine di un lavoro di sicuro interesse, almeno per quanto concerne le potenzialità di crescita dei Painthing, dal cui futuro sono certo che ne sentiremo delle belle. (Francesco Scarci)

(Solitude Productions - 2018)
Voto: 70

https://painthing.bandcamp.com/releases