#PER CHI AMA: Death Gothic, Tristania, Dismal Euphony, Nightwish, Trail of Tears |
Sebbene attivi sin dal 2003 in quel di Vaasa, piccola cittadina finlandese dell'Ostrobotnia, i Veristi giungono soltanto nel 2015 al loro debut ufficiale, un EP di cinque pezzi, che va ad aggiungersi, nella loro discografia, accanto a due demo. 'Musta Sielu' farà sicuramente la gioia di coloro che apprezzano il death metal goticheggiante che tanto andava di moda qualche anno fa con Tristania, Theatre of Tragedy e Trail of Tears, giusto per darvi qualche riferimento. Aspettatevi quindi accanto ad ariose melodie e ritmiche selvagge, growling oscuri e le immancabili vocals femminili, che peraltro dovrebbero entrambe essere opera della medesima persona, la dolce donzella Satu Huhtala. L'apertura di "Kapea Polku" riflette esattamente gli stilemi del genere, con corpose chitarre su cui si instillano le keys di Ossi Peltoniemi. Poi ecco il classico duettare a livello vocale, l'infinita lotta del male contro il bene, con le eteree vocals di Satu che conferiscono un approccio quasi sinfonico alla proposta dei Veristi. "Piru Rivien Välissä" ha un piglio quasi black; ci pensano comunque le tastiere e le melodie delle 6-corde a stemperarne la furia; ovviamente l'ingresso nella veste più soave di Satu, rende il tutto molto più accessibile anche a livello ritmico, con le keys che ora si fanno più malinconiche. "Sarastus" mi ha ricordato il sound di una band olandese, di cui ho perso le tracce da un bel po', i Gandillion, ma per chi non li conoscesse, il nome Nightwish potrebbe tornarvi utile a farvi una idea ben più chiara: sound assai melodico, ritmato, su cui si stagliano le female vocals (attenzione che rischiano di stancare alla lunga), e quando la bella cantante finlandese urla come una forsennata (stile Angela Gossow), anche le ritmiche pestano maggiormente sull'acceleratore. Un nostalgico pianoforte e la voce di Satu aprono "Sanoja Rakkaudesta", la traccia più ruffiana tra le cinque, che per quanto metta in luce un buon impianto ritmico e solistico, si conferma forse la song meno originale del lotto. Un bel basso stile Iron Maiden, apre "Syvien Vesien Äärellä", la traccia più rock di 'Musta Sielu': una ritmica tirata, vocals graffianti, una bella dose di groove, notevoli arrangiamenti e un ottimo finale roboante (stile primi Dismal Euphony) completano un disco piacevole, senza grandi pretese, se non quella di farsi conoscere ad un pubblico più vasto. Ora è il caso di rimboccarsi le maniche e andare in cerca di una propria identità ben più definita. (Francesco Scarci)
(Self - 2015)
Voto: 70