#PER CHI AMA: Post Black |
Non tutte le ciambelle escono con il buco. Questa breve sentenza per certificare che le uscite Ladlo Productions (che ha appena rilasciato il meraviglioso come back discografico dei The Great Old Ones) non rispecchiano necessariamente standard qualitativi eccelsi. Oggi è il turno dei francesi Paramnesia, che con questo 'IV-V' debuttano ufficialmente su lunga distanza, dopo un EP e uno split con gli Unru. Ebbene, la one man band di Strasburgo, capitanata da Pierre Perichaud (stranamente un batterista), ci offre due lunghe tracce (appunto "IV" e "V" per 40 minuti di musica) di ignorante cascadian black metal. Siamo ahimè lontani dagli standard americani di act quali Wolves in the Throne Room, Panopticon o Deafheaven. La proposta del musicista transalpino infatti si pone come un impasto sonoro che tributa la sua sofferente offerta al caos primordiale, sebbene un tranquillo inizio acustico. Poi è l'inferno a palesarsi con sferzate ritmiche di violenza estrema, flebili urla atroci, blast beat irrefrenabili e un sound cosi rozzo che in taluni casi è addirittura complicato decifrare quello che fuoriesce dalle casse. Il feeling malinconico caratteristico del genere è ben presente nelle linee di chitarra del factotum alsaziano, soprattutto in quei momenti in cui il vento gelido del nord smette di soffiare e oscuri e rarefatti momenti di quiete trovano modo di placare la tempestosa inquietudine di Pierre. Mettiamoci una registrazione non proprio limpidissima e potrete intuire quanto sia poco digeribile l'ascolto di questa release. La seconda "V" apre lenta e disarmonica, con le chitarre che sembrano voler imitare una delle stralunate band norvegesi (a me sono venuti in mente i Ved Buens Ende). Un paio minuti di calma apparente e poi ecco riesplodere un groviglio fatto di allucinate chitarre marcescenti e un martellare intrepido dietro le pelli, con un aura melmosa e nefasta che ne avvolge l'intera composizione. Il sottoscritto è un fan del black metal cascadiano, di quello dalle ritmiche serrate ma corredato da melodie coinvolgenti di sottofondo; qui c'è ben poco di tutto questo se non una infernale matassa di suoni, che si sbrogliano tra galoppate black, atmosfere minimal/suicidal e frangenti al limite del funeral doom. Difficile pertanto affermare che il prodotto che ho tra le mani sia un qualcosa di cui ci ricorderemo a lungo, se non per quel suo meraviglioso digipack, che abbina parti opache ad altre lucide a creare un effetto tridimensionale, davvero affascinante. Poca roba però per un onesto album black. (Francesco Scarci)
(Ladlo Productions - 2014)
Voto: 60
http://paramnesiaxpa.bandcamp.com/
Voto: 60
http://paramnesiaxpa.bandcamp.com/