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martedì 15 aprile 2014

Colossus of Destiny - In Lesser Brightness

#PER CHI AMA: Sludgecore, Mastodon
Ed è arrivato il giorno del giudizio anche per loro: i Colossus of Destiny, band parigina, si presenta con questo lavoro intitolato “In Lesser Brightness”, che si snoda in un tortuoso percorso composto da post-metal, sludge, prog rock; dico subito che i “nostri” ragazzi non fanno nulla per evitare di prendere la strada principale e cercare percorsi alternativi, andando piuttosto sul sicuro scegliendo sentieri già battuti in precedenza da molti altri gruppi. Sono 6 le tracce che compongono questo dischetto, nel mio caso imbustato in un semplicissimo packaging promo e quindi esente da fronzoli inutili; sinceramente, appena vista la copertina, ho pensato di trovarmi di fronte ad un disco di prog e anche di quello piuttosto classico. Puntualmente smentito dalla partenza della prima traccia “Dismay in Empty Eyes” che però, per una strana coincidenza, rimane la più prog del lotto. I riferimenti ad altre formazioni sono subito chiari e sembra proprio che i transalpini facciano veramente poco per nasconderli. Mastodon, Isis e Baroness le influenze più chiare, mentre io ho trovato anche qualcosa dei primi Incubus nei suoni e nelle atmosfere; per carità, non voglio certo sminuire il lavoro fatto dal gruppo, che rimane assolutamente di rispettabile valore. Infatti la qualità complessiva rimane alta, i ragazzi sanno quel che fanno e lo fanno piuttosto bene. Con gli strumenti ci sanno fare eccome, ascoltate ad esempio la mia preferita “Heavy Loads”, dove i ritmi accelerano e le melodie si fanno incisive; oppure la successiva title track, dove l'ombra dei Mastodon è davvero ingombrante ma sicuramente piacevole (per me che li amo particolarmente poi...); non voglio di certo dimenticare la conclusiva “Naked & Unbound” che farà scuotere più di una testa. Lavoro di veloce assimilazione, grazie a composizioni non troppo complicate e melodie piuttosto orecchiabili; niente di epocale, ma di certo un buon lavoro. Menzione particolare per l'ottimo lavoro svolto in studio dai tecnici, perché il disco gode di una produzione ben al di sopra della media. Parere personalissimo: non mi convince la voce del cantante, rauca e abbastanza monotona, capace di poche modulazioni. Nel complesso un buon lavoro, che non mi ha colpito particolarmente e che però ha una caratteristica: si lascia ascoltare molto facilmente. A voi scoprire se si tratta di un pregio o di un difetto. (Claudio Catena)

(Self - 2013)
Voto: 70