#PER CHI AMA: Death/Doom, My Dying Bride, Esoteric |
Oramai mi sono fatto il callo alle uscite della Solitude Prod., tanto che è difficile essere obiettivi con una label che vanta ormai una lista infinita di band praticamente identiche nel loro approccio. Ma è solo con prolungati ascolti, intensi o meno che siano, si può giungere alla conclusione che l'elevato numero di gruppi, di interessante caratura, rischi di livellarne la qualità, piuttosto che esaltarne i punti di forza. I greci Shattered Hope tuttavia sanno il fatto loro e propongono, a distanza di quattro anni dal precedente album, una revisione stilistica improntata su atmosfere cavernose e funeree. Come il fiume Lete, che nell'Averno causava perdita di memoria a chi ne assaggiava le acque, il combo ellenico rende le proprie composizioni alla stregua del fiume dell'oblio, proponendo quasi ottanta minuti indefiniti e fugaci. La musica non manca certo di attrattiva, grazie sopratutto a riff stoppati e a vari mid-tempo, su cui spiccano "For the Night as Fallen" e "My Cure is Your Disease", due song che probabilmente ricordano maggiormente i gruppi gothic degli anni '90, ma alla fine questo disco non s'insedia ferocemente nella memoria di chi ascolta, pur lasciando una buona impressione almeno a livello di suoni, grazie alla sua eccellente produzione. Le frequenze sono bilanciate e le medie presentano l'ombra caratteristica degli Esoteric (probabilmente perché il frontman della band inglese si è occupato del mastering), rendendo alla fine il suono pacato e armonioso. Le conclusioni per 'Waters of Lethe' sono poi simili a quelle lette per altre band del rooster Solitude: poca emotività e molta atmosfera. Le intenzioni ci sono ma manca quell'essenza difficilmente riscontrabile nei gruppi contemporanei; c'è molta testa e poco cuore, o semplicemente (come sostengo da tempo) questo genere non ha più nulla da dire. (Kent)
(Solitude Productions - 2014)
Voto: 65