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venerdì 2 agosto 2024

AxamentA - Spires

#PER CHI AMA: Symphonic Metal/Djent/Progressive
Era da un bel po' che non sentivo parlare dei belgi Axamenta. Avevo comprato il loro vecchio 'Ever-Arch-I-Tech-Ture' ma devo essere stato uno dei pochi a non averne apprezzato la sua musicalità. Tuttavia, la band si sciolse poco dopo, che avessi ragione che c'era qualcosa di ambiguo nel sound dei nostri? L'ensemble ritorna però con un nuovo EP, il qui presente 'Spires', dopo essersi riformati nel 2020. E la nuova proposta del sestetto belga è alle mie orecchie decisamente più attraente, più cinematica e più sinfonica. Non so se c'entri la loro collaborazione nella produzione di alcune produzioni di Hollywood, o che diavolo ne so io, ma la band ha rilasciato oggi un piccolo gioiellino di sette tracce, in cui io ci ho ritrovato influenze di Between the Buried and Me in chiave ancor più moderna e pomposa ("Act 2 - Pulpit" e l'ancor più strepitosa "Act 6 - Gallery"), cosi come derive di djentiana memoria, almeno a livello di ritmiche sincopate, grandi orchestrazioni, una pulizia del suono grandiosa, ottime melodie, e un'alternanza vocale tra growl e pulito, che vede il suo top quando a prevalere è soprattutto quest'ultima, complice l'ottima performance al microfono del chitarrista Ian van Gemeren (o di uno degli innumerevoli ospiti che partecipano a questo disco). Sono gradevoli anche i pezzi puramente strumentali, sebbene non ne sia un fan, ma scorrono via veloci e ficcanti nella loro progressione musicale. La quarta traccia, "Act 4 - Crypt", sembra strizzare l'occhiolino ai Tesseract, mentre "Act 5 - Sacristy", con quel suo approccio progressive, chiama in causa un ipotetico ibrido tra Katatonia e Porcupine Trees, per un risultato davvero convincente e che trova un altro pezzone nella conclusiva e sinfonica "Act 7 - Spires". Non sono più quella band che non mi aveva preso nel lontano 2006, gli AxamentA di oggi sono un collettivo moderno, audace, molto interessante, di cui spero potremo avere notizie di un full length al più presto. Bravi, avete riconquistato la mia fiducia. (Francesco Scarci)

lunedì 22 ottobre 2012

Spires - Spiral Of Ascension

#PER CHI AMA: Progressive Metal, Dream Theater, Pain Of Salvation, Symphony X
La prima cosa che mi è venuta in mente appena ho ascoltato questo disco è: "no, ti prego no, non un'altra band con quei maledetti suoni alla Dream Theater". Ma le mie preghiere non sono state esaudite. Gli Spires sono una band prog da Manchester e giungono nel 2010 al loro debutto con "Spiral Of Ascension". Anche se nel disco possiamo trovare varie parti in growl e pestate, non possiamo ricondurre le sonorità dell’act inglese verso un prog death, difatti non ho citato Opeth, Cynic e compagnia. Si denotano le influenze di questi, ma non si è riusciti a raggiungere una alchimia tale da fondere i due generi, anche perché l'attitudine di un prog metal più classico emerge in ogni singola composizione, nei suoni, nella struttura e nel songwriting. Mi dispiace ma il tentativo di mascherarlo per musica moderna è fallito. Poco originale e prolissa, questa pubblicazione sfida la mia pazienza, rallegrandomi solo all'udire qualche intermezzo o parte particolare. Il materiale di per sé non è pacchiano o di scarsa qualità, anzi il gruppo inglese ha una tecnica invidiabile soprattutto chitarristica e vocale, ma il problema è che ci sono troppi cliché del genere, che uniti al miscuglio death metal non fanno altro che peggiorare la situazione. Il loro sito dice che hanno pubblicato un album acustico, rimango in attesa di una loro pubblicazione dove regni una maggiore personalità e che non mi faccia continuamente ricondurre ad altre band. (Kent)

(Self) 
Voto: 65