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sabato 23 febbraio 2019

Soliloquium - Contemplations

#PER CHI AMA: Death/Doom/Shoegaze, primi Katatonia
Mi spiace constatare che in Italia pochi si siano accorti degli svedesi Soliloquium, un duo originario di Stoccolma, che con 'Contemplations' taglia il traguardo del secondo album, che si va ad aggiungere ad un altro paio di EP ed una compilation. Il contenuto del disco è all'insegna di un death doom, come già il moniker della band poteva lasciar immaginare. L'album si apre con la lunga "Chains", e le sue chitarre pregne di malinconia, che ricordano un ibrido tra i Katatonia di 'Brave Murder Day' e i My Dying Bride, in un'atmosfera sospesa tra il cupo lirismo e un mood a tratti struggente, come evidenziato nel break centrale della song stessa, dove anche un che dei Saturnus sembra emergere dalle note dell'opening track, soprattutto a livello vocale, dove il growling di Stefan è per certi versi accostabile a quello del suo collega danese. Nel finale della song, laddove emergono anche delle clean vocals, le chitarre cambiano ancora e vedono avvicinare i nostri a 'Shades of God' dei Paradise Lost. Direi che il quadro è ora ben chiaro e definito, delineando a grandi tratti lo sviluppo sonoro di 'Contemplations'. "Catharsis" tuttavia va aggiungere ulteriore carne al fuoco con un accostamento acustico e vocale con i norvegesi Oberon, almeno nella prima parte della song. Nella seconda metà infatti, i nostri tornano a pestare sull'acceleratore, ma il brano si rivela mutevole e quanto mai interessante, mostrando alla fine l'ecletticità sonora di cui è dotato il combo scandinavo. "Streetlights" è un inedito pezzo strumentale, dotato di un carattere un po' dissonante, quasi jazzato, assai oscuro e quanto mai originale. Con "22" sembra che i due svedesi si vadano a rifugiare in un qualcosa di 'The Silent Enigma' degli Anathema, anche se qui la ritmica è più spinta con furiate death (blast beat inclusi) che si alternano con arpeggiati estremamente malinconici, e contestualmente fanno le vocals, con growl, pulito e scream ad avvicendarsi in una progressione davvero varia ed entusiasmante. Diciamo chiaramente che tutto il contenuto di 'Contemplations' ha dei livelli qualitativi medio alti, anche e soprattutto in fatto di originalità. Se ascoltate la lamentosa "Unfulfilling Prophecy" potrete capire di cosa stia parlando, una canzone dai tratti shoegaze/post-rock che sembra rappresentare una sorta di pausa virtuale nell'ascolto del disco, uno spartiacque con gli ultimi pezzi del cd, che include ancora "For the Accursed", "In Affect" e "Wanderlust". La prima apre con un'altra parte acustica di chitarra, che si trasmuterà in una splendida melodia che guiderà una song dal sapore semi-strumentale (la voce è fondamentalmente relegata a poche strofe finali), che ancora una volta prende le distanze dal death doom classico per lanciarsi in eteree partiture shoegaze. "In Affect" prosegue almeno inizialmente su questa scia, anche se tornerà forte la voglia dei nostri di muoversi in quel death doom melodico di scuola Katatonia, che poi è stato ripreso da gente come Rapture o Enshine. Il risultato è assai buono e apre a potenziali nuovi scenari per un genere che mi sembra da un po' di tempo chiuso in schemi un po' troppo prestabiliti, stantii e poco originali. "Wanderlust" è l'ultimo atto di questo inatteso 'Contemplations', un'altra lunga track di quasi nove minuti che ci consegna ritmiche un po' più tese e drammatiche, ma sempre e comunque estremamente melodiche che vanno a chiudersi in un lungo assolo conclusivo che sostiene l'eccelsa qualità di quest'opera consigliatissima. (Francesco Scarci)

(Transcending Records - 2018)
Voto: 85

https://soliloquium.bandcamp.com/