#PER CHI AMA: Progressive Deathcore |
Deve essere quello di una vera mitragliatrice il suono assassino che apre l'album dei belgi Sinfulness, una delle nuove promettenti leve del roster Kreative Klan. Pochissime le informazioni trovate sul web, questo a testimoniare ahimè la scarsa rilevanza data ai nostri dagli addetti ai lavori, un vero peccato. I Sinfulness sono un quintetto di Liegi, (credo) al debutto con questo 'Sentenced to Life', e con un sound all'insegna di un roboante deathcore progressivo. Undici i brani con cui il five-piece ci prende a mazzate: della opening track, "Borderline" abbiamo già detto, una scarica di martellate furenti di batteria su una schizofrenica linea ritmica a richiamarmi tanto i nostrani Infernal Poetry quanto qualche band metalcore d'oltreoceano. Quello che sorprende è la capacità innata dei nostri di cambiare tempi, umori e ritmi in modo a dir poco vertiginoso, assemblando un concentrato di cattiveria e melodia davvero originale. Di pari passo va anche la voce di Vin, che si dimena tra urla metalcore, qualche growl e clean vocals. "Inner Struggle" è una traccia ipnotica che viaggia sul binario ritmico caro ai Meshuggah, trovando modo di stupire l'ascoltatore anche con un break elettronico totalmente inaspettato e una porzione corale altrettanto inusuale. "Apathy" parte in crescendo, con la ritmica che dopo poco divampa impazzita come un treno deragliato. Non temete, le sfuriate durano pochi attimi, una manciata di secondi, in cui i nostri saranno in grado di stupirvi con tutto e il suo contrario, in una girandola musicale fuori controllo. I Sinfulness sanno certamente come tenerci incollati ad ascoltare il loro vibrante sound, con costanti variazioni al tema portante, sia a livello musicale che vocale. Il fatto poi che le tracce siano di breve durata aiuta a digerire il tutto molto più velocemente, ma soprattutto ad apprezzare maggiormente i contenuti dell'album. Uno splendido intermezzo acustico di basso e ci troviamo dinnanzi al riffing di "Misophonia" e a un gruppo che vuole fare dell'imprevedibilità il suo vessillo. Le melodie sono davvero buone, cosi come altrettanto buona è la multisfaccettata performance del vocalist dietro al microfono. Forse la produzione è un po' troppo glaciale, avrei reso il tutto molto più caldo e pieno. Ancora un intermezzo noise e sbatto il muso contro l'imponente muro di "Conformity", contraddistinto da una ritmica ipertecnica che non lascia scampo. Il disco scorre via velocissimo e le ultime tracce appaiono un po' più sottotono rispetto alla pirotecnica verve che caratterizzava le prime song. A chiudere 'Sentenced to Life' ci pensa la nevrotica "Ubiquitous Imperfection", la traccia verosimilmente più deathcore del disco anche se nella sua parte centrale, collidono influenze di scuola progressive (Cynic) con il dinamitardo incedere metalcore. Notevoli! (Francesco Scarci)
(Kreative Klan - 2014)
Voto: 75