#PER CHI AMA: Canterbury Sound, Neo Psichedelia, Progressive Pop, Folk
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Ma che ci mettono nell’acqua, a Canterbury? Dopo aver ascoltato questo esordio sulla lunga distanza di questo quartetto (contrariamente a quello che avevo pensato subito, Syd Arthur è il nome del gruppo, non di un solista) proveniente proprio dalla cittadina inglese, viene proprio da chiedersi che cosa ci sia di così speciale da quelle parti, che già hanno visto il fiorire di una scena ricchissima di talenti musicali, tanto che si ricorre ancora a oggi a termini quali “Canterbury sound” per definire quell’irripetibile ibrido di rock, jazz, pop e prog declinato a cavallo tra anni 60 e 70 da gente come Soft Machine, Caravan, Hatfield and the North. E proprio lì, in quei luoghi e quelle suggestioni, sembra affondare il suono dei Syd Arthur, magnifico connubio di splendide intuizioni pop e delicati impasti vocali, stesi però su un tappeto di tempi dispari e divagazioni strumentali tutt’altro che banali senza mai essere prolisse. Ecco, il dono della sintesi sembrerebbe essere la dote migliore dei quattro, che riescono a far entrare moltissime cose in pezzi concisi e perfettamente compiuti, che mantengono sempre una loro coerenza interna e uno spiccato senso melodico. Il bello è che il loro suono (scintillante e caldo, si stenta a credere che il lavoro sia prodotto e registrato in proprio) risulta alla fine tutt’altro che datato, ricordando a volte la neo psichedelia di Tame Impala e Dungen, o ancora i Motorpsycho zuccherosi epoca Phanerothyme, come nelle magistrali “Ode to the Summer” o “Moving World”, con chitarre fuzzy e violino incalzante. La perizia strumentale è evidente, ma viene tenuta a bada senza mai sconfinare dell’autoindulgenza di un progressive deleterio, si prendano ad esempio la strumentale “Night Shaped Light” (quasi una variazione sul tema della zappiana “Peaches in Regalia”) o la conclusiva Paradise Lost, mini-suite di nove minuti che passano in un secondo. Che dire, non uno di quei dischi che ti cambiano la vita, ma davvero giù il cappello di fronte a un talento così sfacciato, per quella che è una delle cose migliori e più divertenti che ho ascoltato finora nel 2013 (anche se il disco è uscito nel 2012). Se poi ne volete ancora, allora andatevi a cercare anche il bell’ep “Moving World” del 2011. (Mauro Catena)
(Dawn Chorus Records)
Voto:80
http://sydarthur.bandcamp.com/album/on-an-on
Voto:80
http://sydarthur.bandcamp.com/album/on-an-on