#PER CHI AMA: Swedish Symph Death, Arch Enemy, Fleshgod Apocalypse |
I belgi Aborted non sono mai sazi e cosi, tre dei suoi membri (voce, batteria e chitarra), hanno pensato bene di mettersi in affari con tre ex membri dei System Divide (voce, chitarra e basso), tra cui Sanna Salou (l'eccellente ex voce femminile anche di Dimlight, Ad Inferna ed Emerald Sun), e dar vita agli Oracles (dal look molto "Assassin's Creed" style), che arrivano all'esordio con questo 'Miserycorde'. La cosa non si ferma qui perché al disco partecipano anche tre guest stars, Jeff Loomis ascia dei Nevermore, Per Nilsson alfiere degli Scar Symmetry e Ryan Knight, ex chitarrista dei The Black Dahlia Murder, a completare quello che sembrerebbe essere un super gruppo a tutti gli effetti. Leggendo la line-up, le attese non possono che essere altissime, e alla fine non verranno affatto deluse, dopo aver infilato il platter nel lettore e pigiato il tasto play dello stereo. La classica breve intro dà subito un assaggio delle capacità vocali della leggiadra vocalist ellenica e poi ecco esplodere "The Tribulation of Man", che delinea immediatamente la proposta dei nostri, fatta di ritmiche serratissime in blast-beat e l'alternanza vocale, growl ed ethereal, dei due cantanti, che danno prova della loro bravura su linee di chitarra vertiginose, assolutamente catchy e corredate da formidabili assoli. Non fosse per la voce di Sanna, potrei affermare che la proposta degli Oracles è una vera mazzata nello stomaco, invece la soave performance della donzella greca, riesce ad interrompere quelle selvagge trame chitarristiche che in "Catabolic (I Am)", palesano le influenze "meshugghiane" dei nostri, in un pezzo concreto, violento, moderno e melodico, soprattutto nel suo inebriante assolo conclusivo, che gli vale per questo la palma di mia song preferita del lotto. In “Quandaries Obsolete” vengo investito dalla devastante dirompenza ritmica dei nostri, con chitarre sghembe e vocals belluine da parte dell'ottimo Sven de Caluwé, bestiaccia feroce degli Aborted, che viene qui sempre tamponata dalla vena lirica della brava Sanna, che alla lunga però corre il rischio di stufare o addirittura non piacere a chi preferisce i soli estremismi sonori degli Oracles. Ciò che colpisce è però la dinamicità che emerge dalle note di questo pool di musicisti, una vena sinfonica estrema che in un qualche modo, è comparabile a quella dei nostrani Fleshgod Apocalypse, forse la band più vicina agli Oracles per sonorità. Chiaro che gli assoli marcatamente di matrice heavy classico, avvicinano la super band di quest'oggi anche agli Arch Enemy (e non solo per la presenza di Jeff Loomis, che negli ultimi due album dell'act svedese, ha dato una grossa mano a livello di chitarre). Si prosegue attraverso canzoni che come nei migliori roller coaster, arrivano a spingere il cuore in gola, grazie ad accelerazioni esagerate, ottimi rallentamenti e velocità sostenute, in cui a mettersi in luce alla fine sono le rasoiate ad opera delle due sei-corde, in mano a dei veri maestri della chitarra. "Remnants Echo" è un pezzo più atipico in cui, sugli scudi rimane la sola Sanna, ad evocare i bei tempi andati di Anneke van Giersbergen nei The Gathering, con le melodie che si confermano ispiratissime, qui più rilassate ed intimiste. Il disco prosegue sui binari dell'alternanza dell'estremismo sonoro e di suoni sinfonici, accompagnati rispettivamente dalle caustiche voci dell'esagitato vocalist degli Aborted e dalla delicata ugola di Sanna. Prodotti egregiamente da Mr. Jacob Hansen (Volbeat, Epica, Amaranthe e gli stessi Aborted), la band arriva addirittura a coverizzare “The Beautiful People” di Marilyn Manson, testimoniando cosi l'eclettismo musicale di un ensemble che non ha alcuna paura a mettersi in gioco. E noi, non possiamo far altro che godere di fronte a questa dimostrazione di forza degli Oracles e gustarci 'Miserycorde' tutto di un fiato. (Francesco Scarci)
(Deadlight Entertainment - 2016)
Voto: 80