#PER CHI AMA: Instrumental Post Metal |
Primo album per i teutonici Rýr, il cui moniker preso da una parola islandese, significherebbe "sterile, debole". Devo ammettere che proprio sterilità e debolezza, causa la mancanza di un vocalist, sono state le prime paure che mi hanno assalito non appena ho notato la cosa. Ho presagito ovviamente il classico lavoro interamente strumentale con tutte le conseguenze del caso correlate all'assenza di un collante tra gli strumenti in gioco, per me da sempre la voce. 'Left Fallow' è alla fine un esempio di post-metal senza troppi fronzoli per la testa. Dopo la breve intro "Left", il quartetto berlinese inizia a calcare la mano nella seconda "Fallow", song dotata di una ritmica detonante che trova in alcuni break ambientali, la classica pausa ristoratrice che contamina la musica dei nostri anche di post-rock. E il wall of sound eretto dalle chitarre si conferma pesante ed oscuro anche in "Late", il terzo brano del cd. Quello che rende la proposta dei Rýr un po' più fuori dagli schemi (ma io una voce la vorrei comunque sempre), sono certe trovate atmosferiche direi sinistre, come quelle vicine ad un loop ipnotico che abbraccia quasi interamente la terza song che, nonostante pecchi in originalità, ha comunque la sua buona dose di perchè. Complice una sensazione perennemente angosciante dettata dai suoni inquietanti delle sei corde, il pezzo convince definitivamente per quella sua spettralità di fondo. Quella fastidiosa sensazione di incertezza la si ritrova anche nei minuti della più mite "Vanished", osteggiata ben presto ed ancora una volta dalla veemenza delle chitarre. E devo ammettere che ciò che meno mi aggraderà al termine dell'ascolto di 'Left Fallow', è proprio legato alla pesantezza delle chitarre, che io avrei mantenuto più orientate al tremolo picking anzichè puntarne sulla prestanza. Infatti i pezzi che più prediligo sono quelli atmosferici, tipo "Kamso", minata peraltro da un forte mood malinconico e dove le chitarre ben si amalgano con l'impianto ritmico, completato da batteria e basso. Il pezzo più interessante per il sottoscritto è però "Surfeit" almeno nella prima metà, per quel suo mood più leggerino che sul finire lascia posto al riffing quasi thrasheggiante delle sei-corde. Il disco chiude i battenti con il rifferama caustico di "Tribulation" accompagnato da un lavoro ai piatti fin troppo asfissiante. 'Left Fallow' alla fine è un dischetto che mostra cose interessanti, altre un po' meno, su cui invito i quattro tedeschi a lavorarci maggiormente. Ultima menzione per la band ossia la lotta al razzismo, all'omofobia e al sessismo, chapeau. (Francesco Scarci)
(Narshardaa Records - 2020)
Voto: 71
https://ryrpostmetal.bandcamp.com/album/left-fallow
Voto: 71
https://ryrpostmetal.bandcamp.com/album/left-fallow