“Contro il logorio della vita moderna!” Questa era la frase di un’indimenticata pubblicità di un amaro, a base di carciofo, ai tempi di “Carosello”. È anche quello che ho pensato dopo il primo ascolto. I Kauan (parola finlandese che dovrebbe significare “per molto tempo”) abbandonano il loro stile precedente e danno alla luce un disco completamente folk. Se questi due russi vogliono cambiare genere ogni volta, e in questa maniera, facciano pure. Anton Belov (chitarre, voce, tastiere) e Lubov Mushinkova (violino) forgiano un’atmosfera autunnale/surreale che si mantiene inalterata per tutto il cd. Quest’atmosfera, quest’anima calma, sognante, calda, con un che di bucolico e con una venatura malinconica, è il punto di forza di questo lavoro. Le emozioni che ne nascono infatti sono le vere protagoniste. Non aspettatevi di cadere nelle braccia di Morfeo per il ritmo lento che caratterizza l’intera release: il duo è in gamba e riesce a tenere svegli, basta provare a seguirli. Sia ben chiaro che non troverete nulla di rock (tanto meno di estremo), anche se, a voler guardare bene, l’unico lascito dalla “vita” precedente, si ritrova nella voce roca in alcuni punti. I suoni elettronici sono molto ben amalgamati alle chitarre, al violino e alle brevi parti cantate. Non aspettatevi grandi differenze di suoni o di composizione tra le tracce (forse “Föhn” è l’unica che si stacca per le parti in crescendo) tutte molto lunghe; non troverete neppure riffs aggressivi, tecnicismi o assoli. Ma va bene così. Sarebbero un peso per le canzoni, che già sono al limite dell’ipertrofia. Fronzoli che costringerebbero i pensieri e ruberebbero la scena alle emozioni. Da apprezzare anche il booklet e il package. Un disco non per tutti, ma state al loro gioco e vedrete che ne varrà la pena. Perdersi un po’ in un angolo sognante, nella frenesia quotidiana e farlo con classe, è una cosa che fa bene allo spirito. (Alberto Merlotti)
(Firebox/BadMoodMan Music)
Voto: 80
Voto: 80