#PER CHI AMA: Black strumentale |
Essere in compagnia di un buon demone. O felicità in senso schietto. È proprio quello che rappresentano gli Eudamonia con il loro ultimo "Hymn to the Dying World", disco colmo di una pace interiore e di suggestive melodie che richiamano mistiche lande incontaminate. E questo lavoro è proprio legato al discorso della Terra da come si evince dal titolo e dalla traccia "Gaia" divisa in tre parti. Il disco nonostante una scelta grafica fin troppo povera, riesce a risultare gradevole all'ascolto, risultando leggero e facile da assimilare, anche grazie all'abbondanza di parti melodiche ed evocative. Purtroppo però mi trovo davanti ad un'opera che non riesce a scalfire la mia curiosità in quanto, anche se le tracce sono strutturate con svariate parti e cambi di strumenti la melodia, i riff alla fine risultano troppo similari. Questo però si smentisce in una visione d'insieme del progetto, con tracce totalmente differenti ed inaspettate come "Crepuscular Rays" e l'outro "Swan Song". Nelle parti più black orientate in fase ritmica, le chitarre vengono soppresse dagli altri strumenti a causa di un eccessivo riverbero che sporca e indefinisce (soprattutto) le note più gravi, il tutto in contrapposizione con la tastiera che si conferma nei brani sempre limpida e cristallina. Con quest'album il gruppo danese continua a ricalcare il sound delle precedenti release, riuscendo tuttavia nel proprio piccolo a creare qualcosa di buono, anche se non eccelso. (Kent)