#PER CHI AMA: Techno Brutal Death, Morbid Angel, Nile, Behemoth |
Rullo compressore: si tratta di una macchina che ha la funzione fibrante che permette di compattare al meglio l’asfalto o il terreno attraverso dei rulli che possono essere di ferro-gomma o ferro-ferro. Dopo questo breve cappello introduttivo, oserei dire che la musica dei nostrani Hour of Penance, potrebbe essere assimilabile a quello di un rullo ferro-ferro. Non tragga infatti in inganno la intro con canto gregoriano incorporato, perché quando deflagra nel mio stereo “Enlightened Submission”, sono assolutamente innondato dalla devastazione sonora della band capitolina, da poco sotto contratto con la statunitense Prosthetic Records (e cosi dopo la fuga dei geni nella scienza, stiamo ormai assistendo alla fuga anche delle nostre migliori band, complimenti alle etichette italiane!): ritmiche assassine, qualche breve assolo, ma soprattutto una prova tecnicamente ineccepibile del quartetto guidato dalle brutali vocals di Paolo Pieri. La terza “Decimating the Progeny of the Only God” si conferma immediatamente il mio pezzo preferito, incarnando al meglio il repertorio dei nostri, sia in termini di velocità che di malsane atmosfere, una song che per certi versi mi ha richiamato nei suoi secondi iniziali i Morbid Angel, per poi irrompere furente come un mix tra Behemoth e Nile, con una ritmica spaventosa e delle meravigliose e stranamente melodiche aperture di chitarra. Diabolica. Neppure il tempo di rifiatare ed ecco ancora la brutalità essere perpetrata questa volta con un pezzo iper tecnico, fatto di repentini cambi di tempo e stop’n go, che ci introducono alla evocativa e tranquilla (rispetto alla velocità della luce) “Ascension”, che si fa notare oltre che per il suo incedere ritmato, anche per i suoi chorus. Mai lasciare comunque il fianco scoperto però, perché quando si mostra il punto debole, il nostro nemico se ne approfitta e colpisce a fondo e a morte: ecco perché l’epica “The Cannibal Gods” e le restanti tracks (soprattutto l’irraggiungibile “Deprave to Redeem”) inferiscono gli ultimi colpi mortali, vibrando la spada nell’aria e piantandocela giusto nel mezzo del petto. Non ho molte altre parole da accostare a questa cavalcata intitolata “Sedition” se non che gli Hour of Penance hanno partorito uno dei più bei lavori di techno brutal death degli ultimi dieci anni! Ottimi. (Francesco Scarci)
(Prosthetic Records)
Voto: 85
Voto: 85