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lunedì 21 ottobre 2024

Правда - Hayka

#PER CHI AMA: Mathcore
Di questa band non so assolutamente nulla, non fosse altro che si chiamano Pravda (o in cirillico Правда) e vengono ovviamente dalla Russia. Ho faticato addirittura a trovare il loro sito bandcamp, quindi figuratevi. Non esistono poi nemmeno su Metal Archives quindi, per favore, non fate troppe domande, fidatevi delle mie parole e lasciatevi investire da questi pazzoidi. La band di San Pietroburgo ci spara in faccia, non del tutto appropriato questo termine di questi tempi, sei tracce di mathcore furibondo, sporcato di sludge, hardcore, sperimentalismi vari noise e perchè no, anche un filo di doom, visto che l'iniziale "Терминология", dopo averci preso a scudisciate nella prima metà, si ritrae in sonorità più apocalittiche nella seconda metà. Focalizzandosi su temi prettamente scientifici, inquietanti i riferimenti relativi all'uso indisciplinato degli impianti nucleari, i nostri si muovono in territori sconnessi un po' in tutti i brani: ne è un esempio la seconda "Плоская земля", brillante comunque in alcuni fraseggi jazzy ma decisamente più ostica nella sua globalità. "Методика" è furia nuda e cruda, combinando hardcore con reminiscenze black e sonorità decisamente sghembe, che per follia generalizzata, potrebbero ricordare uno dei molteplici progetti estremi di Mike Patton, magari nella sua collaborazione con John Zorn, oppure i maestri di sempre, i The Dillinger Escape Plan. "M3" è un breve intermezzo musicale, quasi ambient, che ci prepara alla furia distruttiva di "Невротик 24", song dal flavour post black, quella che probabilmente è affine maggiormente ai miei gusti e che mostra un lato alternativo dei musicalmente pericolosi russi di quest'oggi. La schizoide e oscura title track chiude un disco a dir poco imprevedibile (che per certi versi mi ha rievocato i loro concittadini Follow the White Rabbit), difficile anche solo da deglutire (figurarsi da digerire), se non siete avvezzi a questo genere di cucina che a volte rischia di essere particolarmente indigesta. (Francesco Scarci)