#PER CHI AMA: Post Punk/Hardcore |
La Moonlee Records, già etichetta dei conosciuti Repetitor e di altre ottime band slovene/croate, collabora da tempo con i Debeli Precjednik/Fat Prezident (DP), band punk rock/hardcore, attiva dal lontano 1994. Da allora la band è sempre stata costantemente attiva, con circa nove tra album ed EP, rimanendo sempre fedele alle sue origini (il cantato è molto spesso in croato) ma che strizza l'occhio al punk della West Coast, quello alla Bad Religion per capirci. Il quintetto è la prova vivente che se suoni e credi in quello fai, la sacra fiamma del rock alimenterà la tua musa per sempre, o per lo meno per un bel pezzo. I DP sono a pieno titolo la miglior band dell'area balcanica, con alle spalle centinaia di concerti, e tornano dopo un paio di anni di pausa con questo split insieme ai Mašinko, altra band croata d'indubbio talento. Quest'ultimi nascono nel 2010 e la line-up è composta da sei elementi che prediligono il punk rock scanzonato ed ironico che ha lo scopo di entrare subito in testa e rimanerci a lungo. La copertina dello split è una bellissima rappresentazione grafica della nostra società, vista come un treno a vapore carico di scimmie che viaggia su binari pieni di rifiuti, il tutto capeggiato da un grasso capitalista in completo che ghigna soddisfatto. Il cd all'interno contiene dodici tracce, sei per band, quindi trattamento equo per le parti in questione anche se con una visibilità ben diversa. "Surrender Now" dei DP è la prima traccia che ci catapulta immediatamente sulle coste della California con un sound perfetto per il genere: la song è veloce come ci si aspetta e scivola giù facilmente come una birretta fresca in una giornata afosa. La struttura è la classica ripetizione strofa/ritornello con tanta energia e groove, mentre il cantante ha la timbrica che calza a pennello, squillante per quasi tutto il brano, ma verso la fine mostra quanto possa essere graffiante e potente. Il breve assolo di chitarra funge da bridge per cui si arriva presto alla fine ed è chiaro perché la band riscuota tanto successo ai concerti. Immaginatevi un live nelle verdi terre dell'est dove il pubblico balla e scalcia come fosse su una dorata spiaggia americana. Passiamo a "Zbogom Svi" e la band torna a cantare in croato, il che si presta benissimo al genere per sua cadenza e inflessione, mentre i musicisti aumentando ancora di più i bpm ed insieme a cori e riff di chitarra e basso, confezionano un altro brano assai godibile. Ma i DP non sono solo dei ragazzacci dallo sguardo beffardo e malizioso, infatti si sono anche messi in gioco con una brano profondo e introspettivo come "Subotom Kićo, Nedjeljom Slabinac (Crimson remix)" fatto di chitarra acustica, pianoforte e violini. Lontanamente può richiamare i lenti dei Green Day, ma il quintetto riesce nell'impresa e noi non possiamo che dire grazie. Dopo i brani dei DP tocca ai Mašinko che come detto, sono più grezzi e cacciaroni, infatti i sei brani grondano punk rock vecchia scuola, tanto che loro stessi dicono di dovere molto ai grandi Atheist Rap che hanno gettato il seme punk in Serbia già negli anni ottanta. "Srkijev San 21" apre le danze e lo fa con stile: il brano sembra registrato live con tanto di pubblico che acclama la band prima che i musicisti inizino con l'attacco. Le ritmiche sono già sentite come i riff, ma il tutto è ben arrangiato con suoni ruvidi al punto giusto; bravo peraltro il cantante che dimostra la sua esperienza e di dimena tra i velocissimi riff con disinvoltura. "041" riprende le fila e come un filo conduttore ci porta sempre più in profondità nel mondo dei Mašinko, veri animali da palco che vivono il punk rock come vuole la tradizione. Brani serrati, veloci e quasi sempre sotto i tre minuti di esecuzione. Arriviamo alla penultima traccia e ci imbattiamo in "Monumentalna" che probabilmente rappresenta l'opera magna della band. Dopo i suoi primi centottanta secondi cala di tono e permette al sestetto di lanciarsi poi in una nuova folle corsa con tanto di assolo di chitarra. Non finisce qui e con un breve break in stile folk, si ritorna al tema iniziale per portare il tutto a conclusione. 'Godina Majmuna / Majmun Godine' alla fine è uno split interessante che mette insieme due band simili, ma non troppo, ci regala così uno spaccato dei Balcani e della sua ricca scena punk rock/hardcore, lasciando lustrini e poser ad altre scene musicali sparse nel mondo. Qua si suona e si suda ancora come trent'anni fa, rispetto! (Michele Montanari)
(Moonlee Records - 2016)
Voto: 75
https://moonleerecords.bandcamp.com/album/godina-majmuna-majmun-godine
Voto: 75
https://moonleerecords.bandcamp.com/album/godina-majmuna-majmun-godine