Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta From Oceans to Autumn. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta From Oceans to Autumn. Mostra tutti i post

lunedì 8 gennaio 2018

From Oceans To Autumn - Ether/Return To Earth

#PER CHI AMA: Post Metal Strumentale, Russian Circle, Isis, Explosions in the Sky
Il post metal è un genere che non può essere delimitato in maniera definita proprio perché le strutture e i suoni propri del metal sono presi e mescolati come colori su una tavolozza atti a creare un dipinto totalmente nuovo. I From Ocean to Autumn (FOTA) hanno preso alla lettera questa caratteristica e il risultato è un disco fortemente atmosferico, carico di emotività e variegato nella composizione. Si parla in realtà di un doppio cd, per un totale di dodici brani e un milione di scenari diversi. Rieccheggiano nelle tracce le influenze di band come Earth, Explosions in the Sky, Russian Circle e personalmente mi è parso di scorgere alcuni elementi del capolavoro 'Panopticon' degli ISIS. Siamo davanti ad un lavoro totalmente strumentale che però non risulta mancare di nessuna componente musicale, i brani sono sostenuti e decisi e a volte sembra addirittura di sentirla una voce, lontana e lamentosa come se arrivasse da dietro le nuvole. Il disco si chiama 'Ether/Return to Earth' ma più che un ritorno sembra proprio una partenza, il lancio di una navicella spaziale diretta verso il pianeta abitabile più vicino alla Terra. Dalla navicella si vede la galassia che è infinita e spettacolare, le stelle sono così da far perdere il senso di sé che dolcemente si prende una pausa e si siede ad ammirare la magnificenza del cosmo. L’orchestralità è forse il maggiore punto di forza del disco, ove si susseguono, negli oltre 100 minuti di musica, un turbinio di ambienti e incastri strumentali come a voler replicare tutte le combinazioni possibili del dialogo tra i vari strumenti. L’esperienza d’ascolto è qualcosa che estranea ed eleva, non c’è niente da capire ne da risolvere, le emozioni sono trasmesse in modo diretto ed immediato, tutto ciò che è richiesto all’ascoltatore è la pazienza di osservare l’evolversi della musica. È come assistere alla formazione di una stella all’interno di una nebulosa, con la materia che si addensa lentamente e gli atomi collidono su se stessi generando energia e calore. Una menzione particolare va a “Medium”, brano diviso in due parti: i primi tre minuti sono densi di suoni sospesi a mezz’aria senza ritmica che però entra incalzante nella seconda parte accompagnata dal crepitare di valvole e dall’ululato dei feedback in un climax sonico terapeutico e rilassante. La song riassume le migliori caratteristiche della musica degli FOTA apprezzabili anche per esteso negli epici brani "Quintessence/Core" e "Stratus/Vapor" che insieme superano la mezz’ora di ascolto. 'Ether/Return to Earth' nella sua grazia eterea rifulge di luce propria e può illuminare la mente vessata dal grigiore della realtà quotidiana in un lavoro completo, chiaro nella sua identità e incredibilmente ricco di atmosfere. Consigliato a tutti gli appassionati di musica sperimentale. (Matteo Baldi)

domenica 14 ottobre 2012

From Oceans to Autumn - Return

#PER CHI AMA: Post Rock Strumentale, If These Trees Could Talk
Quella del 2012 è stata per il sottoscritto l’estate dei suoni post: aggiungete dopo quello che più vi garba, rock, metal, black, punk o hardcore, la cosa che non cambia è che il risultato, nel 90% dei casi, è stato più che soddisfacente. Non sono immuni da questa cosa neppure i From Oceans to Autum, band del North Carolina, fiera esponente di un post rock strumentale, dalle forti venature malinconiche. Tre (in realtà due escludendo un intermezzo ambient) i pezzi a disposizione del terzetto statunitense, in questo Ep di una ventina di minuti di durata, che vede aprire le sue danze con “Ascending”. Si tratta di una song piuttosto lineare, semplice, piacevole, che colpisce per una buona tecnica di base, che non propone chissà che cosa, ma che viaggia in linea con le proposte di If These Trees Could Talk o di altre realtà del panorama post rock. È musica da tenere sottofondo mentre si viaggia in macchina verso mete lontane, o mentre si torna dalle vacanze in treno e si guarda fuori dal finestrino pensierosi, con una certa inquietudine nell’animo, di qualcosa che ahimè è già finito: una vacanza, una storia d’amore o un sogno infranto. Nelle oniriche note iniziali di “Descending”, seguite da una certa arroganza elettrica, sembra tuttavia esserci ancora spazio per la speranza, e la possibilità che tutto possa ricominciare daccapo. Forse solo false illusioni di un presente che ci prende a schiaffi ed un futuro che non c’è… (Francesco Scarci)

(Self) 
Voto: 70