Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Blind. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Blind. Mostra tutti i post

sabato 23 gennaio 2021

Break My Fucking Sky - Blind

#PER CHI AMA: Post Rock/Post Metal
Corpi sospesi tra la cenere e la fenice. Sospese le ombre che animano questa intro. Passione ed immagini sfuocate. Un missile terra aria spezza il velluto suadente di musiche nostalgiche per affondare la sua combustione nell’anima. Alternanze post rock lasciano la scena a chitarre infuocate. Buoni propositi si ribellano al rock estremo. Mi lascia tra la riflessione e la rabbia questa prima traccia, “Unwelcome”, opening track dell'opera ottava, 'Blind', dei russi Break My Fucking Sky. A seguire “Medusas are Like a Ghost”: il fantasma del passato presente e futuro qui ed ora, si manifesta in un gemito incauto. Le sonorità abbassano le difese, ipnotizzano con i loro guizzi di tremolo picking, accarezzano, involvono. Sarà una lunga notte. “The Letters We’ll Never Send”. E ci si trova in una stanza con la luce fioca. Un mantice di speranza appena percepibile e la musica, affidata ai tocchi di pianoforte (coadiuvati poi da una ritmica tiepida), diviene sospiro ed il sospiro una parola non detta. “Agnosia”. Ci riprendiamo un sound ritmato, elettrico. Una sorta di intercalare rispetto allo stile dell’album. Piacevole. Subito dopo l’ossigeno, respiriamo anidride carbonica. “Before We Meet in the Dark”. La song è puro rock d'atmosfera, nessuna traccia di stile, eppure quest'esercizio incorpora bene le sensazioni di una serata che avremmo voluto fosse una di quell'esperienze indimenticabili. Senza pace non può esserci la guerra. Ecco perche ora ascoltando “Doomsnight” mi alieno tra sospiri e suggestioni. Un armistizio. Temo che l’album continui senza direzione per ora. “Seven”. Stallo ed esercizi di metallo elettrico, come quello del plettro che urla sulle corde della chitarra. Veniamo a “Murphy’s law”. Aspettatevi una ripetizione in loop malinconico costante come le speranze che si lasciano fuori dalla legge di Murphy. Eppure sono ottimista perchè segue “Blind”, la lunghissima title track di oltre 13 minuti. Una casa remota, una favola antica, un racconto che odora di biblioteche dimenticate, eppure con la musica tutto torna in vita. Cosi consiglio l’ascolto di questa song sotto un planetario pensando ad un buon libro. Mentre scorre il tempo, si stringono le spalle dei ricordi. Così mi passa attraverso questa “The Drowned Lake”. Come una colonna sonora stretta alle sensazioni ed ai ricordi. Quest'album continua a viaggiare nella mente di chi conosce lo stupore. Lo ascolto così con l’attesa del prossimo brano. Siamo a “Paper Yes to Take Cover”. E non vi nascondo che questa song culli, accarezzi, scuota l'animo, tornando a parlare con i sensi a cui poco prima ha sussurrato. Eccoci all’epilogo di 'Blind'. “It was Forever. Until it Ended”: chiudiamo il nostro ascolto con un pezzo suggestivo arricchito da drammi e ricompense che solo il post-metal può dispensare quando si inizia a viaggiare nell’oscurità di suoni introspettivi. Consigliato l’ascolto a chi ha voglia di spezzare le quotidianità effimere del vivere senza sentire. (Silvia Comencini)