#PER CHI AMA: Melo Death, Children of Bodom, Edenshade |
"Buttati fuori dall'Inferno": fortunati questi metallers fiorentini che con 'Fall of Humanity' arrivano finalmente all'album d'esordio, dopo un EP ormai datato 2012. Le dieci canzoni contenute in questo platter, rilasciato dalla Sliptrick Records, hanno un che di affascinante, anche se ci sono ancora diverse cose da sistemare, ma andiamo pure con ordine. Partiamo innanzitutto identificando il genere che propongono i nostri e la cosa non è tra le più semplici da fare. Se si parte infatti da un approccio prettamente death thrash ("You are My Blood") con echi addirittura degli Alligator nel riffing torrenziale e destrutturato delle due asce, ciò che colpisce è il lavoro alle tastiere che provano a rendere il disco decisamente più vario e dinamico, a tratti orchestrale, facendo propendere l'ensemble toscano per una versione death metal dei Cradle of Filth. Le keys tuttavia fanno il buono e il cattivo tempo con una performance altalenante che mi ha lasciato un po' perplesso: mi convincono infatti nella fase di arrangiamento, molto meno quando vogliono prendersi la scena con assoli barocchi, dal suono retrò, quasi in stile pianola Bontempi. Il sound del sestetto toscano va giù bello diretto con ritmiche pesanti o altre più tese ("Hate"), che ovviamente non offrono nulla di originale, fatto salvo in quei frangenti in cui compaiono appunto parti più atmosferiche, quasi vampiresche ("Bleeding Digital") che rendono l'album più fruibile da un pubblico più vasto che non necessariamente deve essere quello estremo. Visto il virtuosismo proposto dalla sezione solistica (su alcune soluzioni però avrei un po' da discutere), aprirei spiragli anche per i defenders o per gli amanti del progressive più open mind. Le vocals ricordano per certi versi quelle dei già citati Alligator, muovendosi tra un growling comprendibilissimo e altre parti più urlate. "Nightmare" suona come dei Children of Bodom in salsa deathcore con pesanti atmosfere goticheggianti che ammiccano nuovamente a Dani Filth e soci, con le consuete tastiere che chiamano in causa anche i nostrani Edenshade, in un calderone non troppo omogeneo di musica pseudo estrema. Altre citazioni le meritano la psicotica "Murder Validation" o la più sperimentale "Amigdala", che garantisce ancor più spazio ai synth. 'Fall of Humanity' alla fine è un album che gode di una certa aura misterica ma che nell'esuberanza dei suoi membri, rischia di uscirne quasi penalizzato. Io fossi in questi ragazzi, dotati di indubbie qualità tecniche, metterei più a fuoco la proposta, evitando di voler strafare, affidandosi a suoni un po' più moderni e meno pirotecnici. La strada comunque è quella giusta. (Francesco Scarci)
(Sliptrick Records - 2016)
Voto: 65