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venerdì 27 marzo 2020

Maya Mountains - Era

#PER CHI AMA: Psych/Stoner, Kyuss, Ufomammut
Era da un bel po' di tempo che non sentivamo parlare dei Maya Mountains, ossia dal 2008 quando i nostri fecero uscire il loro debut, 'Hash and Pornography'. La band si è poi disunita, cosi presa dai molteplici progetti paralleli. A distanza di 12 anni e soprattutto dopo cinque anni spesi a buttar giù idee e riff, ecco che 'Era' vede finalmente la luce. La proposta del terzetto veneziano è un concentrato di stoner rock dai risvolti psichedelici che si srotola attraverso le 10 tracce contenute in questo Lp, raccontando la storia di tal Enrique Dominguez (il titolo della opening track) e il suo vagabondare interspaziale che lo condurrà in un deserto di un mondo sconosciuto dove, pungendosi con un cactus, finirà in uno stato di allucinazione tale da condurlo ad incontri particolari. Detto del concept che sta dietro ad 'Era', veniamo anche alla musica qui contenuta che si apre con la tribalità della già citata "Enrique Dominguez" e dei suoi effluvi ritmici che ci portano a sballarci già con i primi 120 secondi di brano, almeno fino a quando i vocalizzi filtrati di Alessandro Toffanello, faranno la loro comparsa. Il riffing è compatto, lento, ossessivo, con i classici rimandi a chi ha fatto la storia di questo genere, Kyuss e Black Sabbath in testa. La parte solistica è suggestiva e, mentre la chitarra di Emanuel Poletto tesse interessanti linee melodiche, è il basso di Alessandro a pulsare il proprio magnetismo in sottofondo. Il sound dei nostri s'ingrossa man mano che scorrono le tracce: "In the Shadow" e "San Saguaro" scorrono via che è una bellezza, soprattutto la seconda con quel suo chorus cosi coinvolgente. Più pachidermica invece "Dead City", che parte lenta e possente, per finire con un rifferama decisamente più nervoso. Il mio pezzo preferito del disco è però "Raul", con quelle linee di chitarra ipnotiche e profonde, avvolgenti fino quasi a stritolarci; l'unico neo di questa traccia è però il fatto che sia strumentale e sapete quanto alla fine mi pesi la mancanza di un vocalist, sebbene qui non sia particolarmente evidente la sua carenza. Ribadisco comunque che tutto il lavoro ha un suo fascino, dopo tutto se i Maya Mountains ci hanno impiegato 12 anni per rilasciare un disco, si auspica che l'impegno non sia stato del tutto vano. E in effetti da un punto di vista qualitativo, il prodotto è davvero buono; se devo muovere qualche appunto è che forse sia uscito un po' fuori tempo massimo per riscuotere il successo che verosimilmente meriterebbe, d'altro canto di gioielli in questo ambito ne sono stati rilasciati ormai parecchi ed aggiungere qualcosa di nuovo e coinvolgente, a mio avviso, rimane davvero complicato. Comunque tutti coloro che amano sonorità di questo tipo, pregne di rimandi seventies o che strizzano l'occhiolino a gente del calibro di Ufomammut, Monster Magnet e Melvins, sapranno apprezzare alla grandissima le esplorazioni fantascientifiche di 'Era'. (Francesco Scarci)

(GoDown Records - 2020)
Voto: 74

https://www.facebook.com/mayamountainsera/