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mercoledì 4 maggio 2016

Bernays Propaganda – Politika

#PER CHI AMA: Synth Wave, New Order
Se non è sempre vero che le difficoltà portano ad un miglioramento, di sicuro fortificano chi le attraversa. Quando un paio d’anni orsono la loro sezione ritmica ha detto addio, i macedoni Bernays Propaganda – già incontrati da queste parti con il loro precedente 'Zabraneta Planeta' – hanno dovuto riflettere sul proprio futuro, meditando se sciogliersi definitivamente o proseguire, e in che modo. Oggi, il loro nuovo album 'Politika' ne sancisce il ritorno con non poche novità, che non si limitano a quelle puramente di formazione. Abbandonate le incandescenti atmosfere post-punk del passato, qui si registra un deciso cambio di rotta verso sonorità decisamente più influenzate dalla synth wave dei primi New Order o Depeche Mode, sterzata stilistica che ricorda in qualche misura quella effettuata dai tedeschi Notwist all’altezza del loro capolavoro 'Neon Golden'. Se all’inizio non si può che rimanere un po’ spiazzati, dopo un po’ il nuovo suono dei Bernays Propaganda finisce per piacere, in virtù di un’atmosfera un po’ più rilassata e meno barricadera. Sulle barricate rimangono invece i testi della band, sempre tesi alla critica della società, tanto a livello locale quanto globale. Peccato solo che il fatto di essere tutti rigorosamente in lingua madre (rinnegata quindi anche la scelta di usare ogni tanto anche l’inglese) finisca per limitare fortemente la fruibilità della loro proposta al di fuori dei confini nazionali. Al di là dell’effetto straniante provocato dalla lingua macedone, è infatti indubbio che brani quali “Armija”, “I Dvete”, “Lazi Me, Lazi Me” risultino fascinosi e accattivanti, anche grazie alla voce di velluto di Kristina Gorovska e alle chitarre di Deni Krstev, che ben si integrano con la matrice elettronica che costituisce l’ossatura di un suono completamente ridisegnato. Se è vero che la dimensione in cui la band si è sempre espressa al meglio è quella live, con questo album la loro musica assume nuove sfumature che sarei curioso di vedere traslate sul palco. In definitiva un disco interessante, che potrebbe aprire una strada nuova per il gruppo, anche se l’ortodossia linguistica potrebbe rappresentare un’ostacolo non indifferente. (Mauro Catena)