#PER CHI AMA: Deathcore, The Black Dahlia Murder |
Uno dei trend del momento, o meglio, degli ultimi anni, sembra essere quello di “imbastardire” il death metal (più classico a volte, altre volte più techno death) con il metalcore di chiara matrice statunitense. Ne è un classico esempio questo lavoro intitolato 'Dark Passengers' del quintetto francese dei When Reasons Collapse. Mi trovo qui ad analizzare il debut album della band, che conta tra le fila anche la tostissima vocalist Cristina; sfido chiunque, ad un primo ascolto e senza sbirciare il booklet, a capire che il growl che ci viene sparato in faccia, è prodotto da una voce femminile. La formazione si completa con le classiche due chitarre, basso e batteria; faccio subito i miei complimenti a tutti i musicisti che sfoderano una prestazione pregna di tecnica ma allo stesso tempo capaci di creare passaggi dalla pesantezza immane. Il CD è composto da 11 tracce compresa un'intro strumentale in apertura, che mettono subito le cose in chiaro per quanto riguarda la proposta musicale offerta dal quintetto: musica veloce, senza troppi slanci melodici, che rispetta i canoni del metalcore classico, con intermezzi rallentati e davvero heavy, che invitano al più scatenato degli headbanging. Doppia cassa in abbondanza, chitarre accordate bassissime e linee di basso killer, il tutto condito da un pregevole gusto musicale, che evita di far cadere il prodotto nella tamarraggine assoluta; altri prodotti, fidatevi, non hanno questo meritevole pregio. Da sottolineare positivamente il lavoro di produzione del CD, che sparato a volumi “seri”, mostra il meglio di sé, senza distorsioni, con gli strumenti belli cristallini che evitano il tanto odiato effetto “pastone”. Di tutto rispetto anche il lavoro dell'artwork, con un bel libretto e i testi leggibili. Tirando le somme, un buon prodotto, che potrebbe tranquillamente essere pubblicato da una major, anche se personalmente ritengo il genere proposto un po' troppo saturo al momento, con conseguente difficoltà per i gruppi indipendenti di trovare il giusto spazio che meriterebbero (ma è anche per questo che esiste “Il Pozzo”). L'unico difetto che ho trovato lungo i ripetuti ascolti è quello dell'effetto “monolite”, ma nel senso peggiore del termine; 40 minuti non sono molti, ma rischiano di diventare eterni se le canzoni sono poco varie e il metronomo si sposta di alcuni bpm da una traccia all'altra. Una maggiore varietà nelle composizioni, sopratutto negli incipit delle canzoni, gioverebbe all'ascolto. Nonostante tutto, da segnalare assolutamente come tracce di rilievo: “No Time for Regrets”, “When Reasons Collapse”, “Come to Me” e “Bitterness and Grief”, che rendono bene l'idea della qualità proposta dal quintetto. Presenti su Facebook con una pagina ben curata, provate a scoprire questi ragazzi francesi: voi non ve ne pentirete di sicuro, qualche problemino potrebbero piuttosto averlo i vostri timpani. Potenti. (Claudio Catena)
(Self - 2015)
Voto: 75