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lunedì 9 settembre 2013

Immanent – In Acedia

#PER CHI AMA: Progressive Rock, To Mera, Hammers of Misfortune, Fates Warning
La prima cosa da dire è che questa band francese ha tanta voglia di emergere e si sente dal lavoro compositivo che sta sotto al loro primo lavoro in studio dal titolo "In Acedia". Album uscito nel 2012 autoprodotto, carico di suggestioni progressive, dagli accenti metallici e lievemente decadente. Non si debba pensare al solito impasto gotico/metal progressivo, (noi li vedremo bene paragonati ai To Mera) dove il metal è filtrato da innesti di puro rock progressivo giocati spesso sulle note del piano della brava cantante Anastasiya Malakhova che a tratti porta la musica della band vicina al magico e irraggiungibile mondo progressive dei Catapilla, '70s cult band inglese capitanata dalla stravagante e oscura Anna Meek. L'intero album è in continua evoluzione e si passa facilmente da atmosfere sulfuree a scorribande elettriche con il vizietto del tecnicismo chitarristico, per approdare a momenti cristallini di melodie e arpeggi di chitarra classica davvero d'effetto. Ed è proprio in questi intensi momenti in cui la band mostra maggiore maturità, dove la voce inafferrabile di Anastasiya esce allo scoperto con tutte le sue qualità e dona un velo d'avanguardia astratta all'insieme sonoro. Il classicismo del suo piano macchiato di jazz è la marcia in più, in questo disco che soffre un po' nella registrazione delle parti più pesanti e metal, con suoni un po' spenti soprattutto nelle ritmiche delle chitarre con uno stile troppo retrò e sempre rivolte al prog metal degli anni '80 (vedi Queensryche/Fates Warning), anche se molto più godibili negli assoli. Un ascolto approfondito ci fa notare l'ottimo lavoro svolto da tutti i musicisti e le loro qualità: inseguimenti ed evoluzione degli strumenti a suon di scale e tanta tensione (complice il tono drammatico del cantato) fanno tornare alla mente certe cose degli Hammers of Misfortune (periodo Church of broken glass) anche se ribadiamo che avremmo voluto sentirli con un taglio sonoro più d'avanguardia, futurista e con suoni più attuali ovviamente senza perdere quel soffio di underground che li contraddistingue da mille altre band. Comunque il lavoro suona decisamente bene, ispirato e l'ultimo dei quattro lunghi brani del cd dal titolo "The Demon of Acedia" è forse un ottimo emblema sonoro per capire l'intero lavoro. Adorabili e originali, tecnici e intensi...un disco che cattura lentamente e che merita un ascolto deciso e una buona concentrazione. Un album impegnativo e solo per palati fini. (Bob Stoner)

(Self - 2012)
Voto: 75

http://immanent.bandcamp.com/