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martedì 21 settembre 2021

CroMagnum - Born Free

#PER CHI AMA: Thrash/Groove
Nati liberi, ecco come si definiscono i CroMagnum nel loro nuovo EP che contiene cinque nuove tracce. La band canadese, formatasi nel 2013 e con all'attivo un solo EP omonimo nel 2014, torna a distanza di ben sette anni a far sentire la propria voce, con un disco thrash carico di groove, 'Born Free' appunto. Si parte con una breve intro e a seguire il mosh incessante della title track, dove assistiamo al featuring di Alain Londero (Fatality). Buone le ritmiche, ancora meglio le melodie, e ancor di più l'assolo, non fosse altro perchè ha un taglio alquanto originale che focalizza la mia attenzione. La terza "Waterval Boven" è un po' più deboluccia musicalmente ma l'assolo strabordante ne esalta nuovamente i contenuti qui un po' più orientati all'heavy metal. Ah dimenticavo, qui il featuring è di Justyn Vynn, chitarra dei Snäkeskyn Whiskey. "Tunguska" è un bel pezzo thrash diretto nel muso, che ha il pregio di evocare i Motorhead quanto gli Artillery, questi ultimi anche a livello vocale. Qui niente guest star, poche chiacchiere e tanta sostanza. Quella che non manca nemmeno alla conclusiva "Congregation", il pezzo più lungo del lotto, con i suoi cinque minuti e mezzo di linee melodiche, e testi che trattano di storia, corruzione politica, leggende e filosofia, a mostrare le qualità di una band interessante non solo musicalmente. Niente male. (Francesco Scarci)

(King Metal Records - 2021)
Voto: 70

https://cromagnum1.bandcamp.com/album/born-free

Meridian Dawn - The Pagan Poetry

#PER CHI AMA: Melo Death
I Meridian Dawn sono uno di quei collettivi che inglobano musicisti provenienti da ogni angolo del globo e da quanto ho capito, includono membri di molteplici band (tra cui i Nightrage) provenienti da US, Grecia, Finlandia e Belgio, per una release alquanto particolare, e ve ne spiego subito il motivo. 'The Pagan Poetry' comprende infatti cinque brani, di cui ben tre cover ed è proprio con una cover che i nostri decidono di aprire le danze, con un'irriconoscibile "Pagan Poetry" di Bjork, riletta in chiave melo death, manco fossero i Dark Tranquillity a suonarla. Davvero una figata, conoscendo peraltro il genere alquanto ostico dell'artista islandese. Il combo internazionale le ha dato una luce diversa, pure troppo, però permettendo al pezzo di essere davvero godibile. La seconda "The Moonlit Path" è invece un brano nuovo dei nostri sempre all'insegna del death melodico, con una ritmica veloce, assai piacevole, growling vocals e un ottimo assolo a mostrare le capacità esecutive dell'ensemble. Un altro nuovo pezzo è rappresentato da "Goodnight, Tonite", stracarico di groove nel suo stile che ammicca agli ultimi In Flames. Niente di innovativo sia chiaro, ma la facilità delle melodie di imprimersi nel cervello, ha un che di miracoloso. Si prosegue con le cover e a seguire ecco "Dissolving Bonds" dei Katatonia dal capolavoro 'The Great Cold Distance'. Come per Bjork, anche questo pezzo prende notevolmente le distanze dall'originale, proponendo eteree atmosfere ed un cantato pulito, in un azzardo alla fine solo da premiare. A chiudere "Sleepless Nights" di King Diamond, in un'altra stravagante, potente e originale revisione dei nostri del Re Diamante, con tanto di reinterpretazione in stile prog death, scuola Cynic. Complimenti ai Meridian Dawn che hanno avuto le palle di rischiare con pezzi non proprio semplicissimi da proporre, peraltro con ottimi risultati. Bella sorpresa, devo ammetterlo. (Francesco Scarci)

Demolizer - Upgrade

#PER CHI AMA: Thrash, Exodus
Danimarca, patria degli Artillery, band alla quale i Demolizer devono aver rubato più di un segreto. Il quartetto di oggi arriva da quella terra, da Copenaghen per l'esattezza, proponendo un sound debitore al thrash dei già citati master danesi ma anche di gente del calibro di Exodus e Annihilator e non tanto perchè la quarta traccia, "King of the Kill", è una cover dell'act canadese. Comunque, quattro sono i brani a disposizione dei Demolizer in questo EP intitolato 'Upgrade', che arriva a distanza di un anno da quel 'Thrashmageddon' che ha permesso ai nostri di mettersi in luce. Il sound dicevo è un bel thrash old school con ritmi indiavolati, almeno nella infuocata opener "Ghoul" e giù martellate nelle gengive. Molto più compassata invece "Torture Insanity" almeno nella prima metà, con una ritmica rallentata, prima che improvvisamente l'aria prenda fuoco e le asce si lancino in un assolo funambolico di scuola Slayer, e la voce del frontman Ben Radtleff si muova tra urlacci e growl vari. Frustate di batteria aprono "Get Out of My Way", un'altra cavalcata anni '80 che per la presenza di una serie di coretti e una sezione ritmica cingolata, mi ha evocato gli Over Kill di 'Under the Influence'. Giungiamo infine alla cover degli Annihilator e la band sembra riproporla con una certa personalità, senza tuttavia strafare, confermandosi alla fine ottimi musicisti (fantastico l'assolo anche in quest'ultima traccia) ed amanti di un certo thrash retrò che farà la gioia dei nostalgici del genere. (Francesco Scarci)

(Mighty Music Records - 2021)
Voto: 67 
 

venerdì 17 settembre 2021

Morgoth - Ungod

#FOR FANS OF: Death Metal
This is a killer release featuring riffs that are impeccable. The sound quality of this album is also superb. Everything seemed to fit on this one. I don't own much of their material aside from digital, but I'll tell you this...it is a monument of an album 'Ungod' devastates. It's too bad this band is defunct. They really would've had a lot of years together. I get it if you lose the passion but they left the music scene on a great note because 'Ungod' is impeccable. I have nothing bad to say about this release. The music is amazing. And original sounding to the utter maximum degree! An array of metal perfection!

I like the guitar riffs and vocals plus the sound quality is illustrious. I think that this is one of the better death metal albums from 2015. They reached the pinnacle in the songwriting. Nothing shy of just an utter gem! The music is what takes it away and gets you in the realm of yes Morgoth. I haven't heard much of their earlier material but I'll be that it's good if not better than this one. I don't think that's possible though. 'Ungod' is an unmistakable album of perfection. Make no mistake about it the guitars and vocals just steal the listener. At least they did that with me. So much of a landmark.

I don't mind the vocals really, I actually thought that they complimented the music very well! And I can hear the tint of Industrial mixed with the death metal here. But overall, the riffs are totally death metal. I like the harmonies too, they enhance the rhythms. The riffs themselves are just so diametrically sound. They really did a great job in the songwriting. I wish a lot of death metal bands wrote like this. Just original, catchy, smooth, and ever flowing. They may come back to the music scene, who knows?! I'm just glad that I had a chance to review and appreciate this album their music.

It's very difficult to find this album maybe eBay because Amazon is just ridiculous as to what they want for this album. About $200 on Vinyl. Like I said, ridiculous. I may buy it on eBay, that is if I want to dish out $40 for the CD. It is good enough to spend that much on it rather than to just have it downloaded on Spotify. But in any case, it's an album well worth checking out. I had nothing ill to say about it. Everything seemed to flow. Enjoy this release if you come by it on Spotify. Then form your own opinion on it and I'm sure you won't be disappointed especially if you're into metal. Check it out! (Death8699)

(Century Media Records - 2015)
Score: 80

https://www.facebook.com/MorgothOfficial

giovedì 16 settembre 2021

Children of Bodom - Follow The Reaper

#FOR FANS OF: Power Death
What a powerful performance on all fronts! Long live Alexi Laiho! Just getting to reviewing this now, and wow, what a series of positive melodic death/power metal! The music on here is epic, I like it a little bit more than 'Hate Crew Deathroll', well...maybe. I think the compositions on here are sublime. They really did the listener good with this recording! The riffs, synthesizers, vocals, drums and production quality is more than adequate! The tear your speakers apart! Alexi was great on here rhythm and lead guitars. I think that this is the most thought out COB release ever. They tended to go downhill after this.

The music a divine music is what's on here. They did everything right on this album. Everything sounds original and to the point riff-writing wise. I think that it's pretty technical as well. Fast, ripping, and relentless. Such a great album. All was right when they wrote this release. I think the music is some of most original melodic death metal they've put forth! I dig the power metal element as well. They mix the instruments quite well and they are just relentless in terms of the energy! It's rapid fire music here, and Alexi's vocals are fantastic! Everything on here hit home with me nothing on here that I'd change.

The sound quality was top notch. Everyone on here sounded great and like I said I'd change nothing. It's a divine masterpiece. They knew exactly what to do with the songwriting. I don't know why they fell after this. Maybe the aggregate of fans then they got a little bit lazy perhaps. With the 'Hate Crew Deathroll' and 'Halo of Blood' I think were good solid albums but not to the equation of excellence that this held forth. They really did hit a pinnacle release here just wish they didn't regress all up until Alexi's death (RIP). It's rumored that he had a bad alcohol problem hence the nickname "Wildchild."

So to sum it up, 'Follow the Reaper' is probably the best COB in their entire discography. They hit home on every track. The aggression, hatred and vibe is totally sick. They definitely worked hard on this and what an output! From every aspect, they conquered. They didn't do anything wrong on here, simply said: NO MISTAKES. It's amazing the talent that the band had all up until the end. It's a sad reality that there will be no more COB. All we have now is to appreciate the memories by playing this classic and 'Hate Crew Deathroll'. I'm biased with that one though. Own this! (Death8699)


(Spinefarm Records - 2000)
Score: 90

https://www.facebook.com/childrenofbodom

mercoledì 15 settembre 2021

Vøidwomb - Altars of Cosmic Devotion

#PER CHI AMA: Black/Death
Arrivano dalla semisconosciuta Barroselas (Portogallo) questi Vøidwomb, oscuro e pericoloso quintetto dedito ad un black death old school, nonostante la band sia di recente formazione (2019). La voglia di ripescare sonorità mai dimenticate, viene a galla nella ritmica di "Summon of Utu-Shamash", che segue con le sue roboanti chitarre un'intro dal piglio liturgico. Poi spazio ad un sound old style tra chitarroni death thrash e vocalizzi d'oltretomba. Nulla di originale come potrete intuire, nemmeno a livello solistico, con un assolo di scuola floridiana (stile Deicide) davvero poco efficace. E allora si riparte con "Descent to Ersetu", tirata all'inizio e poi mid-tempo nella sua parte centrale, dove in sottofondo mi sembra di scorgere dei chorus celestiali, mentre la sei corde miete vittime con rasoiate di scuola black death svedese. Si prosegue con la cupezza sonora di "Architects of World Demise" e con quel suo incipit death doom a mischiare ancora una volta le carte in tavola, anche se poi i cinque lusitani si lanciano in ritmiche tirate (e poco melodiche) guidate dal growling cupo e a tratti acido di M.S.Vøid. L'ultima traccia è affidata alla title track e a quel suo inizio tribale che sembra mostrare un lato più personale della band, troppo poco per ingolosirsi di una release come questa, da consigliare esclusivamente agli amanti di sonorità qui troppo derivative e obsolete. (Francesco Scarci)

Tomarum - Wounds Ever Expanding

#PER CHI AMA: Prog Black/Death, Ne Obliviscaris
Ce li siamo distrattamente persi per strada lo scorso anno, in quel convulso susseguirsi di informazioni funeste sul Covid-19. Nel frattempo negli US i Tomarum si mettevano in mostra con il loro sound spaventoso e un EP mostruoso intitolato 'Wounds Ever Expanding', che in fatto di tecnica, non ha da invidiare nulla a nessuno. Ecco perchè l'abbiamo ripreso e portato alla vostra attenzione, perchè un lavoro cosi certosino che chiama in causa mostri sacri del genere, Death, Atheist e Ne Obliviscaris su tutti, non poteva essere certo trascurato. Due i brani a disposizione per 17 minuti di musica ispiratissima, intensa, melodica e devastante. E i primi sei minuti di "Throes of Life, Forever Entwined" lo dimostrano alla grande con un sound torrenziale, una pioggia di riff (di chitarra e fretless bass) contorti, melodie a fiumi, ed infine raffinati e ubriacanti tecnicismi che esaltano le qualità esagerate di un quartetto che in Europa sembra non aver calcolato nessuno. Molto male. "Crimson Severance" parte invece con una parte acustica per la classica quiete prima della tempesta che non tarderà certo ad arrivare con una proposta a tratti dissonante e con la voce del frontman a muoversi tra screaming e pulito. Ragazzi, ma che diavolo ci siamo persi, qui ce n'è per tutti i gusti. Di nuovo rallentamenti arpeggiati con delicate voci pulite e ripartenze indiavolate, black e death progressivo come solo pochi sanno suonare. Spero solo che i miei nuovi eroi di Atlanta non si perdano per strada e capiscano che le potenzialità ci sono tutte, e che ora quel che serve è solo un pizzico di fortuna. Mostruosi. (Francesco Scarci)

martedì 14 settembre 2021

Teal - Hearth

#PER CHI AMA: Alternative/Progressive Rock
La Bird's Robe Records prosegue la propria campagna di riedizioni questa volta con gli australiani Teal e il loro debut EP, 'Hearth', datato 2013. La proposta del quartetto originario di Sydney si rifà ad un alternative rock assai orecchiabile. Cinque le tracce a disposizione dei nostri per poter dire che, anche se vecchio di otto anni, questo lavoro rimane alquanto attuale. Ottime (e un po' ruffiane) le delicate melodie dell'opener "Solitaires", dove a mettersi in luce sono i vocalizzi di Joe Surgey, uno che strizza l'occhiolino, anzi l'ugola, al frontman dei Muse, con risultati peraltro più che soddisfacenti, e con la musica che si muove anche tra le maglie del prog rock, tra chiaroscuri emozionali, guidati proprio dalla voce di Joe e accelerazioni quasi ringhianti, che rendono la proposta davvero interessante. In "Don't Wake Up" non vorrei prendermi del pazzo, ma su di un tappeto post math rock, ci ho sentito dei vocalizzi addirittura alla Bono, con il sound sempre bello carico ma in continuo movimento tra trame più morbide e altre più potenti. Con "Raptor", il combo del Nuovo Galles del Sud, si propone con sonorità che richiamano ancora Matthew Bellamy e soci, anche se qui i Teal sembrano meno esplosivi che in precedenza, fatto salvo per il comparto solistico, breve ma efficace. Se parliamo di esplosività (ma pure creatività) non possiamo non citare "Voss": partenza acustica stile primissimi Pearl Jam, sound mellifuo guidato dalla voce di Joe e poi accelerazioni belle toste che si alternano a parti più atmosferiche ed intimiste con tanto di tremolo picking alle chitarre. In chiusura, la più oscura e meditabonda "Three Hours", che con i suoi costanti rimandi ai primi Muse, chiude degnamente una release che ai più, sono certo, fosse passata inosservata. Chissà che stanno combinando oggi i Teal, ora mi vado ad informare, voi nel frattempo ascoltatevi 'Hearth'. (Francesco Scarci)

(Bird's Robe Records - 2013/2021)
Voto: 73

https://tealband.bandcamp.com/album/hearth-ep