#PER CHI AMA: Black Ambient |
Dammi tre riff che ti faccio un album, e potrei tranquillamente chiudere la mia recensione qui. E vorrei anche farlo sinceramente perché nulla ha da dire quest’ultimo disco dei Lustre, one man band di Nachtzeit. Bello da ascoltare, melodie eccezionali ma quanto mai banali come poche cose a questo mondo. L'unica apparenza di black di quest'opera è la voce che è pure mixata troppo alta e "cantata" come un sussurro in formato scream, ovvero un fruscio fastidioso. L'idiofono non fa altra che ammorbidire l'atmosfera e rallegrare il tutto che, combinato con dei riff di chitarra estremamente melensi, mi induce a riflettere un attimo sul perché stia ascoltando questa cosa. Ma, come ho già detto, il disco è veramente bello, tiene compagnia come la musica di sottofondo nelle pubblicità delle automobili mentre percorrono i tornanti, e lo si ascolta pure volentieri, ma l'amara verità è che risulta intriso di una tristezza completamente priva di fondamento, riscontrabile quasi perfettamente con l'opinabile scena black/shoegaze francofona. È inutile scriverci romanzi attorno secondo i quali quest'opera evocherebbe "immensa melancolia dispersa nel vuoto", ti immergerebbe in "boschi innevati dove il sole penetra solo attraverso le goccioline di rugiada negli aghi dei pini" ed altre frasi d'effetto simili. In quest'album ci sono quattro tracce, tre riff e poco più, stop. (Kent)
(De Tenebrarum Principio)
Voto: 65
Voto: 65