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sabato 6 luglio 2013

The Moth Gatherer – A Bright Celestial Light

#PER CHI AMA: Post Metal/Psichedelia, Yakuza, Neurosis, Cult of Luna
La Agonia record ci ha abituato ad un livello di qualità molto elevato delle sue uscite, variegate e dinamiche, fantasiose e sempre interessanti. La storia non cambia di molto, ascoltando questa band svedese formata dai due musicisti Victor Wegeborn e Alex Stjerlnfeldt. Nati nel 2009, nell'anno a seguire sfornano questo gioiellino dal titolo molto evocativo e dalle sonorità variegate, cristalline e potenti con sfumature nel post rock, quando il campo d'azione è la psichedelia e il post metal/avantgarde/sperimentale, quando si tratta di appesantire e ingrossare il sound. Un miscuglio di emozioni alternate a meraviglia che fonde il sound dei Cult of Luna con i The Ocean più sperimentali, l'avanguardia dei Yakuza senza il sax, il duro impatto dei Tombs e la rarefazione atmosferica dei Red Sparowes. Tutto ruota alla perfezione e ci si nutre di atmosfere estranianti, sognanti ed allo stesso tempo soffocanti, tristemente evocative e pesanti come macigni di ultima scuola Fen. Anche i brani con aperture più veloci godono di egregia genialità e fantasia come l'inizio elettronico di "A Road of Gravel and Skull" che inganna per un attimo l'ascoltatore con un intro che ricorda vagamente l'uso dell'elettronica degli ultimi Bring me the Horizon ma solo per un attimo, perchè il brano poi esplode in una arcigna violenta oscurità che a metà strada, alterna una sospensione sul filo dell'industrial e riparte con un'apertura sludge/ heavy psych/post che ricorda i capisaldi del genere Sleep o certi High on Fire. La voce è potente e malata senza sbavature e perfettamente integrata nel sound, nel lunghissimo secondo brano dal titolo "Intervention" (il nostro preferito), che mostra anche evoluzioni stilistiche sul versante pulito con una esecuzione sgraziata e drammaticamente tesa che potrebbe aprire nuovi orizzonti per il futuro. Il cd mostra suoni di ottima fattura, una bella produzione e si fa notare veramente per un carattere ferreo da accostare a band come Neurosis e Isis. La band ha le idee chiare e stile da vendere, non clona nessun'altra band e fa esplodere la sua originalità in tutte le composizioni sempre di lunga durata, impregnate nel genere e tanto sofisticate. Il brano "The Womb, the Woe, the Woman" tocca vertici altissimi dal sapore gotico, pachidermico e ancestrale, una mistura splendida e policromatica, dieci minuti circa di viaggio musicale dove si toccano lidi impensabili di soffice e lunare psichedelia che a tratti ricordano, seppur in una veste più marcatamente rock, i migliori e notturni Bark Psichosys (quelli del mitico album "Hex" del 1994), per poi scatenarsi in un vortice metallico deflagrante e potentissimo. Alla fine ci rendiamo conto di essere di fronte ad un album dalle caratteristiche straordinarie e ricercatissime e possiamo solo sperare e augurarci che questa band riesca ad espugnare l'olimpo dell' alternative metal internazionale in tempi ridottissimi. Di album così ne abbiamo proprio bisogno! Questa band merita davvero un vasto pubblico! Un album da avere assolutamente!!! (Bob Stoner)

(Agonia Records)
Voto: 80