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mercoledì 12 ottobre 2011

Alverg - Elde

#PER CHI AMA: Black Old School, Immortal
Della serie “a volte ritornano”: la Soulseller Records ha riesumato band scomparse da tempo dal panorama metal. Dopo aver rispolverato alla grande gli svedesi Thornium, ecco ricomparire dall’oltretomba gli sconosciuti norvegesi Alverg, che dopo sei anni dal loro demo di debutto, nel 2009 tornano a calcare la scena, proponendo finalmente il loro debut sulla lunga distanza, dopo un susseguirsi di sfortunate circostanze. La proposta dell’enigmatico duo di Arendal è un inno alla maestosa natura della propria nazione, almeno cosi si evince dalle note biografiche della band, dato che l’intero album è cantato con liriche in lingua madre, comunque ispirate alle montagne, i fiordi e cascate norvegesi. Il sound della band poi riprende il filone old school di metà anni ’90, che aveva in Immortal, In the Woods ed Enslaved, i maggiori esponenti. Peccato che nel sound dei nostri non ci sia un granello di quella genialità che ha caratterizzato le band succitate. Non basta infatti creare pezzi che giocano sull’alternanza tra furia black e mid tempos doom, con le grim vocals di Lóge a decantare tutto il proprio amore per la natura. Neppure le epiche cavalcate in stile Burzum, le malinconiche (e banali) incursioni col piano, l’alone misterioso conferito dalla bassa registrazione (di volume intendo) o le deprimenti distorsioni chitarristiche, riescono a rendere “Elde” un pregevole prodotto; si scade purtroppo più volte nel classico già sentito. Tengo comunque a precisare, che il debut degli Alverg non è che sia brutto, però non è nemmeno questo gran capolavoro: è un lavoro che galleggia sulla sufficienza e niente più, quindi esclusivamente consigliato a chi ha nostalgia per questa tipologia di sonorità. Speriamo di non dover aspettare altri sei anni ora… (Francesco Scarci)

(Soulseller Records)
Voto: 60

martedì 4 ottobre 2011

Maim - From the Womb to the Tomb…

#PER CHI AMA: Old School Death Metal, Grave, Dismember, Autopsy
La musica dei Maim mi ha consentito di fare un bel salto indietro nel tempo quando, all’inizio degli anni ’90, scorazzavano per il vecchio continente le mitiche band svedesi, che avevano nel suono ultra mega distorto delle chitarre, il loro minimo comune denominatore. Erano i tempi degli esordi di Entombed, Dismember, Grave, Edge of Sanity, tanto per citarne alcuni e oggi fra le mani mi ritrovo questo cd che suona esattamente come quei lavori di quasi vent’anni fa. Anche i Maim vengono dalla Svezia, sono giovani, hanno un amore viscerale per lo splatter gore (e lo si evince chiaramente dalla copertina del cd) e sparano a tutto gas quelle iper veloci ma ultra ribassate chitarre distorte, con la voce di Rikard a richiamare il buon Max Cavalera di “Morbid Visions”. La recensione potrebbe finire anche qui se volete, perché i punti in comune con le band succitate sono davvero molti: fortunatamente i nostri cercano di proporre anche una variazione al tema, con qualche rallentamento death doom in stile americano (Autopsy su tutti), figlio del suono apocalittico dei Black Sabbath. Il prodotto conclusivo ci offre quindi un lavoro che ben poco ha da dire di nuovo, ma che comunque può garantire 35 minuti di headbanger sfrenato senza fronzoli. Se avete amato il grande death metal del passato e volete rinverdire la vostra collezione, fate vostro questo disco, altrimenti, lasciate perdere e andate a pescare i vecchi classici. (Francesco Scarci)

(Soulseller Records)
Voto: 65

Thornium - Mushroom Clouds And Dusk

#PER CHI AMA: Cold Swedish Black Metal, Marduk, Setherial
Guarda un po’ chi si rivede! Dati per scomparsi nel 1995, dopo aver rilasciato un demo e un cd, “Dominions of the Eclipse”, i blacksters svedesi Thornium tornano alla carica nel 2009, a distanza di 14 anni, con un album nuovo di zecca, edito dalla Soulseller Records, a cui seguirà a breve l'ultimo Fides Luciferius. “Mushroom Clouds And Dusk” si presenta già interessante per la sua apocalittica cover, con l’immagine della morte e la sua funesta falce, all’interno di una nuvola assorbi anime. La musica della one man band nord europea, guidata dal sempre torvo Thypheus, non ha perso quel trademark che la contraddistingueva già agli esordi, quando il black, quello old school di matrice scandinava, ne permeava il malefico sound. Da allora nulla è cambiato, e le otto songs che costituiscono il cd (alcune delle quali cantate in lingua madre), trasudano rabbia, blasfemia (con le liriche sempre a base di occultismo e satanismo) e malvagità allo stato puro. La musica del diabolico Thyph, che richiama i maestri del genere, ci accompagna in un infernale viaggio nei più mefitici gironi infernali, dove l’odore dello zolfo intacca le nostre narici. Ritmiche sparate alla velocità della luce e glaciali giri di chitarra, creano opprimenti ma efficaci tetre ambientazioni, con la voce del buon Thyph a versare tutto il suo odio nei confronti del cristianesimo. Di sicuro nulla di nuovo si staglia all’orizzonte, ma vi garantisco che l’ultimo trittico di brani, regala sprazzi di ottima musica black metal, come da tempi non se ne sentiva, all’insegna di pura malvagità e oscure atmosfere. Speriamo che la band con questo disco stia scaldando i motori, perché le premesse per fare qualcosa di veramente buono, ci sono tutte. Diabolici. (Francesco Scarci)

(Soulseller Records)
Voto: 70