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domenica 27 marzo 2022

Theomachia - The Theosophist

#PER CHI AMA: Esoteric Black, Batushka
Dalla capitale ecco arrivare il debut album dei Theomachia, misterioso duo italico dedito ad un black esoterico alquanto intrigante. Apre infatti le porte di questo 'The Theosophist' una voce salmodiante sorretta da una vertiginosa forma di black metal che mi prende sin dal principio. Complice le buone melodie, una certa aggressività di fondo che non trascende mai oltre al dovuto, un dualismo vocale tra screaming e ritalistico, una durata contenuta che non fa stancare e "Gnothi Seauton" mi conquista subito. La successiva "The Suicide of the Demiurge", sebbene un breve attacco parossistico nel suo incipit, prosegue dopo pochi istanti, su di una ritmica controllata che divampa come fuoco sulla benzina solamente nel finale. Il breve EP si chiude con la litanica title track che vede il cerimonialistico vocalist posizionarsi su di un riffing inizialmente cauto pronto a scatenarsi in pochi secondi su di un rifferama dal sapore post-black. Un inprovviso break centrale porta i nostri a modificare l'impronta vocale che comunque continuerà ad alternarsi da qui al finale nelle sue due forme, mentre musicalmente la band avrà modo di palesare influenze che andranno ben oltre al black, abbracciando infatti darkwave e sonorità orrorifiche. Promettenti questi Theomachia, da saggiare ora sulla lunga distanza. (Francesco Scarci)

(Xenoglossy Productions/Onism Productions - 2022)
Voto: 70

domenica 20 febbraio 2022

Benthik Zone - Εἴδωλον

#PER CHI AMA: Cosmic Black, Darkspace
Nell'antica Grecia, con il termine eidola ci si riferiva alle anime dei morti, le ombre, le apparizioni, il riflesso di una persona o alle statue funerarie. 'Εἴδωλον', eidola rigorosamente traslitterata in greco, è anche il titolo del terzo album dei portoghesi Benthik Zone, duo formatosi in quel di Porto nel 2016 che, con il proprio sound all'insegna di un cosmic black, ha attirato l'attenzione della Onism Productions. Questo disco parte dalla letteratura classica e attraverso un parallelismo con la contemporaneità, celebra la bellezza della metamorfosi e dell'ibridismo, attraverso liriche introspettive e complesse, che lascerei maggiormente approfondire all'ascoltatore, sebbene i testi siano scritti esclusivamente in portoghese. Spazio pertanto alla musica, quella che ci introduce al mondo filosofico dei nostri, attraverso la suggestiva intro "Atravesso o Portal Mítico", con suoni quasi di stampo orientale che si fondono con quelli della natura. Poi divampano le stravaganti sonorità di "E Embriagado pelo Reflexo" che si palesano attraverso un sound non proprio di facilissimo approccio, complice una dissonanza di fondo che tuttavia ben si amalgama con delle melodie tetre e ancora di carattere orientaleggiante, mentre un cantato da girone infernale, aleggia in sottofondo. Poi improvvisamente a metà brano una brusca interruzione, quasi a certificare la fine del pezzo, e invece da un arpeggio e successive stralunate melodie, ecco un nuovo accompagnamento in una song che di primo acchito potrebbe sembrare caos puro, ma che a successivi ascolti, vi permetterà di metterne maggiormente a fuoco la proposta. Un lungo intro dronico, narrato in portoghese, introduce "Sonho-a Desnuda", un altro esempio della peculiare offerta del duo formato da Francisco Braga (aka Bragadast - Seaweedzard Pirate) e Artur Neto Leão (aka Einsichtmartur - Seerweed Viking): quasi tre minuti di rumori dallo spazio e poi largo ad un black tiratissimo dai tratti glaciali che sembrano mettere in congiunzione l'inquietudine dei Blut Aus Nord con la densità cosmica e spaventosa dei Darkspace. "Na Iluminação do Presente" conferma i sentori contaminanti della band svizzera in un vortice sonoro denso e claustrofobico, dai tratti ipnotici e destabilizzanti che rendono il duo lusitano una creatura bizzarra e degna di tutta la vostra attenzione, con lo screaming arcigno del frontman ad aumentare uno stato di nevrosi e terrore interiore. Non serve il breve intermezzo noisy di "Qual Espectro" a placare gli animi, perchè a scardinare ulteriormente i sensi arriva la psicotica "Da Zona Perdida no Tempo", una traccia aliena e alienante tra atmosfere industriali e ritmiche ridondanti, in un loop diabolico in grado di solo di farci uscire di senno. Le sue melodie conclusive proseguiranno il loro ingannevole cammino anche nell'apertura di "Imenso Abismo do Reino Submerso", la traccia conclusiva di questo alquanto originale lavoro. L'ultima atto è affidato ad oltre 11 minuti di sonorità arzigogolate che potrebbero per certi versi strizzare l'occhiolino alla follia musicale degli Esoctrilihum o, per quella vena sinfonica che arricchisce la seconda metà del brano, citerei i Limbonic Art, tanto per darvi un altro paio di riferimenti a cui accostare il suono dei nostri. Ribadisco però quanto detto in apertura, la proposta dei Benthik Zone non è nulla che possa essere assimilato cosi al primo ascolto, tuttavia se ascoltato con la dovuta precauzione potreste scoprire nuovi estasianti mondi al di fuori del pianeta Terra. Alla fine 'Εἴδωλον' è un disco davvero interessante, che mostra peraltro ampi margini di miglioramento (io aggiusterei la voce e la pulizia del suono), ma che va tuttavia approcciato con la massima cautela. (Francesco Scarci)

(Onism Productions - 2022)
Voto: 77

https://benthikzone.bandcamp.com/album/-

venerdì 19 novembre 2021

Kamra - Conversing with Ghosts

#PER CHI AMA: Black Old School
Per i nostalgici del black old school, giungono in nostro aiuto gli sloveni Kamra e il loro EP di debutto 'Conversing with Ghosts'. Questo "conversare con i fantasmi" è rappresentato egregiamente dalla spettrale introduzione di "Lantern of Ghostly Unlight" che apre il dischetto, tra partiture ambientali inquietanti a cura di un arpeggio di chitarra e urla nel buio, per un paio di minuti abbondanti davvero efficaci. Poi, è un black metal senza tanti compromessi ad esplodere e a farla da padrone, spezzato qua e là da break acustici, mentre lo screaming efferato del frontman N.K. capeggia in sottofondo, in una proposta che evoca un che dei Mahyem nelle linee più dritte di black, mentre nelle sue storture, emerge un pizzico della follia francese di Blut Aus Nord o Deathspell Omega. Il risultato è gradevole, pur con l'assunzione che non siamo di fronte a chissà quali novità in ambito estremo. I nostri ci provano comunque a regalare un briciolo della loro personalità ma di fronte a queste sonorità che, nella seconda "Oozing the Thirteenth Hour" diventano ancor più malvagie e violente, diventa anche complicato trovare soluzioni per cosi dire più originali. Tanto vale, prendere il disco per quello che è, e assaporarne lo spirito intatto della fiamma nera. (Francesco Scarci)