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martedì 13 novembre 2012

Necromanther - Between Mankind and Extinction

#PER CHI AMA: Swedish Black/Death, Dissection, Unanimated
Chissà perché, ma da sempre ho erroneamente associato il Portogallo ai Moonspell e ad un sound gotico ed oscuro, cosi quando ho ricevuto questo cd, ed ho letto il nome della band, Necromanther, ho immediatamente pensato ad un qualcosa, musicalmente parlando, legata all’alchimia, al misticismo e a suoni eterei. Mai avrei immaginato di trovarmi di fronte una band dedita ad un black death, nella vena svedese di Dissection o Unanimated; potrete pertanto immaginare la mia sorpresa nel ritrovarmi fra le mani i suoni taglienti, e al contempo melodici, di questo “Between Mankind and Extinction”. Sin dalla sua apertura, “Opal”, la band risente, in lungo e in largo della tradizione swedish, pur mostrando anche una certa intelligenza artistica, curata dal buon Valter Abreu, mastermind di questo combo lusitano, qui supportato da Stefan Sjöberg in tre tracce e da Claudio Frank in “To Reign in Dusk”. Come sempre, facciamo immediatamente chiarezza perché di certo non siamo di fronte allo svolgersi di sonorità originali, rimangono pur sempre derivative di una corrente che lentamente va offuscandosi, soprattutto dopo la scomparsa dalle scene dei mitici Dissection. Comunque quello che i Nostri ci offrono è un qualcosa che cerca di divincolarsi dalla morsa di un genere pur sempre tradizionalista, e cosi, fa certo specie sentire l’inserimento di qualche tastiera all’interno di una matrice chitarristica corrosiva. Cosi come invece non mi stupiscono i rallentamenti e qualche squarcio acustico, che fungono come interruttore di quei frangenti in cui Valter accelera un pochino di più sull’acceleratore (“A Sacred Passage”). A differenza degli heroes svedesi, non ritroviamo ritmiche esageratamente veloci, anzi il tutto è estremamente controllato dal musicista portoghese, che si permette il lusso di uno splendido giro di chitarra all’ingresso di “Peak of Imagination” che mi ha ricordato i defunti Sarcasm e poi una portentosa aggressione ritmica contribuisce a rendere questo il mio pezzo preferito dell’album. È la volta di “Sungrave”, traccia che parte tranquilla, con una linea di chitarra melodica ben definita, su cui, da li a poco, si staglia una rabbiosa ritmica e le vocals maligne di Valter, a cui va un grosso applauso per la sua espressività sia in formato growl che soprattutto più stridulo, e magnetica la parte centrale, con un breve break che sembra influenzato da sonorità mediorientali. Il black qui cede il passo ad aperture heavy progressive e il tutto assume dei contorni totalmente differenti, con un assolo che si incastra alla perfezione nella matrice sonora di questo album. Il lavoro piano piano prova a percorrere una propria strada, cercando di staccarsi dagli schemi rigidi imposti dal genere: in taluni momenti il polistrumentista lusitano ci riesce anche, in altri tende forse a rimanere troppo ligio ai suoi doveri. Un contrabbasso apre “Toneless Scarlet”, poi la song si instrada su una ritmica quasi thrash, per poi lanciarsi, con la successiva “A Portrait of Obscurity” verso anfratti più prettamente death metal. Insomma in “Between Mankind and Extinction”, c’è molta carne al fuoco, che di certo accontenterà un po’ tutti gli amanti di sonorità estreme, tuttavia ricoperte da un pizzico di suoni progressive. Credo che ci sia da lavorare sodo ancora un po’, ma di certo Valter ha dimostrato di essere sulla strada giusta, per ottenere ottimi risultati. Da seguire nella sua evoluzione artistica… (Francesco Scarci)

(Self) 
Voto: 70