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sabato 20 gennaio 2018

Last Leaf Down - Bright Wide Colder

#PER CHI AMA: Shoegaze/Alternative, Katatonia
Continua l'onda lunga proveniente dalla Svizzera, a conferma del brulicare di band che si muovono all'interno del territorio elvetico. Gli ultimi che hanno polarizzato il mio interesse (non posso certo dire gli ultimi arrivati in quanto la band è in giro ormai dal 2003) sono i Last Leaf Down, quintetto del Canton Argovia che ha catturato fin dagli esordi l'attenzione della Lifeforce Music, portando la band a rilasciare sotto l'egida della label tedesca anche questo secondo 'Bright Wide Colder'. Le coordinate su cui si muovono questi ragazzi sono quelle dell'alternative/post rock/shoegaze di scuola "katatonica", che si palesa già nella opener track, "Purple Skies", con riverberi di chitarre (ben 3!) che s'intrecciano, nel corso del brano, con la voce pulita e riflessiva del frontman Benjamin. La cadenza del pezzo è lenta (ma ciò varrà un po' per tutti i brani), a tratti sognante, sicuramente malinconica, ma questa alla fine sarà la peculiarità dell'ensemble di Beinwil. Con "Blind Mind", le influenze proveniente dagli ultimi Katatonia si fanno più importanti, soprattutto se pensiamo all'approccio vocale del comunque bravo Benjamin. La musica è ipnotica, suadente, notturna, intimista e non vede quasi mai accelerazioni che possano rompere l'architettura alquanto collaudata del combo svizzero. Tutto procede con una certa linearità di fondo, il che dimostra fondamentalmente che i pezzi funzionano, anche se quello che si può rimproverare all'act elvetico è forse una certa similitudine musicale lungo i 13 brani del disco. Francamente, avrei preferito qualche song in meno a fronte di una maggior ricercatezza sonora, ma qui stiamo facendo sicuramente i puntigliosi, visto che 'Bright Wide Colder' è comunque un buon lavoro che vede i suoi punti di forza nella parte centrale del cd. A partire dalla sesta traccia, "Cold Wind", triste ma efficace nelle sue decadenti melodie, per proseguire con "Existence", che richiama ancora Renkse e soci soprattutto nelle partiture vocali. Altra menzione va a "Suspire", probabilmente il mio pezzo preferito, criptica, tribale per quel suo poggiarsi su di una vertiginosa porzione di batteria e con quelle sue celestiali atmosfere che uniscono melodie eteree con una certa sapienza compositiva ed un ottimo songwriting. Si prosegue con "Not the Same", un pezzo che mostra a tratti un carattere più rude, pur mantenendo intatta la proposta musicale dei nostri, che si muove su pattern ritmici pur sempre emozionali. Niente male anche "Dust", con quel suo depressive rock assai convincente. Da qui in poi, il disco sembra perdere un po' di verve, ecco perché forse sarebbe stato meglio puntare su una manciata in meno di brani. Sia chiaro, non stiamo parlando di chiaviche di canzoni: se "Anything" evoca chiaramente gli Anathema, ma qui qualcosa manca a livello di fluidità del brano, le conclusive "Youth" e "Transcend" suonano forse un po' troppo ridondanti rispetto alle precedenti tracce. In definitiva, 'Bright Wide Colder' è un buon album che segna la seconda tappa per i nostri alla ricerca di una maggiore notorietà. Ben fatto, poteva essere fatto addirittura meglio, ma per questo sttenderei il terzo disco. (Francesco Scarci)

(Lifeforce Music - 2017)
Voto: 75

http://lastleafdown.ch/